Guerra, Prigionia, Ideali
L’Etiopia: una terra africana lontana, nominata da qualche nonno come “Abissinia”, la colonia d’eccellenza italiana. Un luogo sconosciuto per molti italiani e in generale, per gli occidentali. Situata ad est della nazione, si trova l’Ogaden, regione abitata però non da etiopi, ma bensì da somali: questa netta divisione etnica-religiosa (legata a forti ideologie secessionistiche) portò ad una guerriglia atroce e sanguinaria, dalla quale i somali uscirono vinti e decimati.
Spinto da un ideale umanitario e da un ammirevole spirito giornalistico, Jacopo Storni questa tragedia l’ha documentata, spingendosi però troppo vicino a dove avvenivano gli eccidi: fu catturato e portato senza accuse in un carcere nel pieno deserto. La sua prigionia durò per due settimane, in compagnia del suo interprete Mohamed, di etnia somala. Dopo questa dannazione carceraria, imprigionati in un inferno di sofferenza, obbligati a mangiare cibi scadenti e a sopportare la tremenda calura, Jacopo venne liberato e tornò in Italia; dieci anni dopo scoprì invece che a Mohamed non toccò lo stesso destino, condannato ad una vita da preda braccata.
Iniziò così la sua ricerca per portarlo al sicuro in Italia, indagine che lo ispira a raccontare tutto in “Fratelli: Viaggio al termine dell’Africa”, dove l’autore tenta di donare nuova libertà al suo lontano amico. Parla così del suo libro Jacopo Storni: “Con “Fratelli” ho voluto raccontare la mia terribile esperienza nella prigione insieme a Mohamed, fratello nella disgrazia. Ho parlato tanto con lui, di fede e di speranze. Eravamo due opposti, io non credente, col sogno individualista di diventare reporter, e lui, fervente musulmano col solo desiderio di avere una famiglia con quattro figli. Il libro vuole sia raccontare la mia ricerca di Mohamed sia insegnare, ricordandoci come la felicità non risieda nel denaro, bensì nella serenità comunitaria. Devo tantissimo a quest’Africa”.
Il libro è disponibile sia su Amazon che nelle principali librerie.