Di Vittoria Brachi

La raffigurazione della Vergine con il bambino è una delle più diffuse nell’iconografia cristiana per rappresentare un incontro che possiede più livelli di significato: la celebrazione della nascita, la consapevolezza della madre del sacrificio del figlio per l’umanità, la maestosità delle figure e la venuta del Salvatore, l’umana tenerezza in un incontro di sguardi.

Quest’ultimo dialogo di sguardi e gesti è ciò che vedremo da oggi al secondo piano del Museo di Palazzo Davanzati con il ritorno della quattrocentesca Madonna con bambino in stucco policromo dopo la donazione da parte dell’inglese Christian Levett, ultimo proprietario dell’opera. Non era la prima volta che questo capolavoro passava da un luogo all’altro: la vendita più famosa rimane quella del 1916, quando Elia Volpi, proprietario di Palazzo Davanzati e suo eccentrico restauratore, decide di venderla all’asta presso l’American Art Association di New York. Da quel momento, l’opera è passata in mano a privati, rimanendo ignota al pubblico fino ad oggi.

Il luogo di ubicazione di questo pezzo ha un antico legame con la comunità anglosassone che risiede a Firenze e ha avuto un rapporto particolare con l’edificio e l’estetica di Palazzo Davanzati. La sua architettura e le sue sale, infatti, sono note nel mondo con il cosiddetto Davanzati Style, «gusto molto ricercato da antiquari, collezionisti e arredatori ai primi del Novecento» afferma Paola d’Agostino. Tra gli ospiti alla conferenza stampa anche Simon Gammell, direttore del British Institute of Florence che è intervenuto sottolineando l’importanza di questo ritorno nelle sale del museo e il forte legame tra Firenze e i suoi cittadini inglesi.

Il telo viene scoperto, la figura viene svelata: una giovane Maria colta di profilo guarda il figlio che le restituisce lo sguardo, i loro volti si toccano alla punta del naso; la mano del bambino tocca il mento della madre, quasi per tenersi più saldamente, mentre lei lo regge in braccio con entrambe le mani. Il prototipo è la Madonna Pazzi di Donatello, oggi agli Staatliche Museen di Berlino: l’opera di Palazzo Davanzati è uno degli esemplari di qualità più alta. Nella visione d’insieme, da lontano, il ritratto appare costituito da uno stucco in cui le due figure prendono vita grazie al rosso delle guance, ricoperti di abiti purpurei e dorati; fa da sfondo alla scena un cielo stellato, contornato da una cornice che, si suppone, sia per la maggior parte originale. Questo ultimo dato è alquanto strabiliante: le cornici, come elementi più esterni e di protezione, erano maggiormente soggette a deterioramento; appartenendo a privati, subivano dei pesanti “lavori di manutenzione”, soprattutto ai primi del Novecento, alla ricerca non solo dell’originale splendore, ma anche di una rinnovata freschezza data dalla pulizia e dalla lucidatura. Avvicinandoci, si scoprono dettagli inaspettati: il mantello e il velo di Maria sono decorati con una foglia d’oro punzonata che lascia emergere in alcuni punti il rosso sottostante, per rendere la damascatura del panneggio, così anche per alcuni dettagli della tunica del bambino.

Sebbene la policromia, considerando l’originale in marmo bianco di Donatello, sia considerata un genere minore, Chiara Travisoni, curatrice del Museo, afferma che questa scelta non sia da attribuire a una destinazione più umile di questo esemplare, ma alla sua funzione in sede privata: la casa è il luogo di elezione di quest’opera; il fatto che sia ritornata all’interno di Palazzo Davanzati la riporta in un contesto che fa parte della sua storia passata: la parete su cui è stata collocata, infatti, guarda quella su cui, secondo la documentazione, era allestita prima della vendita da parte di Volpi.

Per ulteriori informazioni:

Museo di Palazzo Davanzati
Orario di apertura
8.15-13.50 martedì, mercoledì, giovedì
13.15-18.50 venerdì, sabato, domenica (II e IV del mese)
Chiusura ordinaria
lunedì, domenica (I, III, e V domenica del mese), 25 dicembre

https://www.bargellomusei.beniculturali.it/musei/4/davanzati/

 

 

In copertina:

DA Donatello, Donato di Niccolò di Betto (Firenze, 1386 circa – 1466)1425-1450 circa

Madonna col Bambino (derivazione dalla Madonna Pazzi)
stucco policromo parzialmente dorato

Iscrizione sulla cornice “S(ancta) M(aria) INTERCEDE P(ro) NOBIS”
inv. 1743 Davanzati

Dono di Christian Levett