È il primo master in Italia di un certo genere. Dal 2023, il PIN di Prato ha inserito nella propria offerta formativa il Master di II livello Città di Genere. Metodi e tecniche di pianificazione e progettazione urbana e territoriale, un corso interdisciplinare che fornisce strumenti di lettura dell’ambiente urbano con uno sguardo non neutro ma situato, cosciente delle diverse istanze di cui le persone che lo vivono si fanno portatrici. «Qualche anno fa, con la coordinatrice del Master Daniela Poli, ci siamo dette che i tempi erano maturi per costruire un’offerta didattica che integrasse la questione di genere all’interno della formazione di architette, architetti, urbaniste e urbanisti» racconta Chiara Belingardi, ricercatrice, docente e membro del comitato ordinatore del Master Città di Genere. Dal pensiero femminista alle genealogie di genere, dalla cartografia alle politiche pubbliche locali ed europee fino alla progettazione dello spazio domestico e di quello urbano, l’offerta didattica del master guarda al paesaggio delle disparità crescendo di scala: dal micro al macro, dalle soggettività al territorio, «dal corpo alla regione».

foto: Nicolò Soffietto

Nell’anno accademico 2022-2023, il master ha ricevuto adesioni di sole donne, segno che l’approccio di genere è ancora percepito come un’istanza di poche; e il dato non stupisce, se inserito all’interno del più ampio fenomeno del gender gap nell’ambito dell’istruzione. La composizione di genere nelle università vede ancora prevalere un alto numero di iscritti di genere maschile nelle facoltà scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche e una maggioranza femminile in quelle dedicate ai servizi di cura del corpo e della mente, della cooperazione e della lingua.

Ma, mentre per le discipline STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) sono state attivate cospicue borse di studio per favorire l’accesso delle donne a questi indirizzi e colmare l’evidente divario, per quanto riguarda i corsi di studio come Infermieristica (79,9% donne), Scienze Pedagogiche (94% donne) o Psicologia (82% donne) sembra non essere ancora una priorità del sistema accademico facilitare l’iscrizione di persone di genere maschile. Se da una parte si continua a chiedere alle donne di arrivare dove sono gli uomini in una prospettiva androcentrica, dall’altra il Master Città di Genere offre una proposta didattica che guarda a una città capacitante e abilitante, a un progetto urbano che non chiede ma risponde, a una declinazione dell’abitare capace di accogliere le differenze.