La memoria, l’esperienza, il gioco come processo creativo: Lost and Found è un percorso che esplora l’infanzia attraverso i lavori dell’artista lituano di fama internazionale Ernest Zacharevic. Lo scorso 28 settembre, la B.east Gallery ha inaugurato l’esposizione, alla presenza dell’artista e dell’iconica fotografa americana Martha Cooper, che sarà visitabile fino al 20 dicembre.

Da sx Ernest Zacharevich e Martha Cooper. Foto di Yari Sacco

Lost and Found: il gioco, l’infanzia e la memoria

Ampie campiture cromatiche richiamano delle finestre sulle quali si appoggiano gruppi di bambini, talvolta in posizioni riflessive, talvolta in pose distratte. Ernest Zacharevic esplora l’infanzia come soggetto da ritrarre, riappropriandosi della giocosità infantile come metodo creativo ed espressivo. Tra le opere maggiori esposte in Lost and Found, l’artista lituano si approccia a opere classiche e contemporanee compiendo sovversioni storico-artistiche: ne è esempio il trittico Where is my Monet in cui l’artista riproduce tre opere del celebre pittore francese come delle immagini sfocate, in attesa di essere caricate e pubblicate su un qualsiasi profilo Instagram.

Where is my Monet

La sua produzione artistica esplora il gioco e, a sua volta, gioca con linguaggi, tecniche e supporti diversi, evoca la tradizione e ne rinnova i simboli attraverso un’estetica più cruda, mutuata dal mondo dell’arte urbana. L’artista è infatti fortemente legato al paesaggio urbano e al dialogo con gli edifici su cui interviene, tanto da illudere chi ne osserva le opere che la configurazione della parete sia nata dopo la realizzazione del soggetto da lui ritratto, come se il ritmo di una superficie fosse scandito tanto dalla progettazione architettonica quanto dal suo intervento artistico. E qualche pezzo in strada è riuscito a realizzarlo anche a Firenze, come l’opera nel sottopasso di viale Fratelli Rosselli o quella al civico 43 di via degli Alfani.

Viale Fratelli Rosselli

La sperimentazione di Zacharevic tra temi e pratiche

«I dadaisti furono i primi a suggerire limportanza del gioco come fondamentale espressione del genere umano, rimettendo in questione le coordinate convenzionali della creazione ed elevando oggetti del quotidiano allo status di oggetti darte seria» scrive Yan Blusseau, curatore della mostra e proprietario di B.east Gallery, per descrivere l’immaginario di Zacharevic che, proprio come i dadaisti, assume un carattere allusivo, politico e sociale: attraverso la satira, i suoi muri e le sue opere affrontano temi sociali complessi come il ruolo dei media, il consumismo, l’ambientalismo e la politica. Non è un caso infatti che, tra le opere inedite della collezione Lost and Found, ci sia Lil Crazy Legs, la stampa realizzata in collaborazione con l’iconica figura di Martha Cooper, fotografa americana nota per aver documentato la scena newyorkese dei graffiti tra gli anni ’70 e ’80. L’interesse di Zacharevic per le culture e per le comunità in cui si inserisce, lo ha portato a realizzare numerose opere di arte pubblica, disseminate in oltre venti paesi del mondo e in Malesia, dove attualmente vive e lavora. Muovendosi liberamente tra le tecniche della pittura a olio, dello stencil, dello spray, dell’installazione e della scultura, l’artista propone l’erosione dei confini tra pratiche e mestieri artistici per dedicarsi alla totale sperimentazione.

 

Informazioni

Lost and Found è visitabile fino al 20 dicembre presso B.east Gallery (via di Mezzo 40A, Firenze) dal martedì al sabato in orario 10:00-19:00 oppure su prenotazione al 3298756349 o all’indirizzo [email protected].

La galleria ospita inoltre i Bestiari, eventi di stand up comedy, musica e talk aperti al pubblico (ingresso con tesseramento) che è possibile trovare sul profilo IG @b.eastgallery.

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