La geografia delle sale cinematografiche fiorentine non accenna a voler trovare un assestamento definitivo e, per l’annuncio di un cinema che finalmente riapre come accadrà a breve all’Odeon di piazza Strozzi, o come è successo di recente con l’Astra 2 di piazza Beccaria, un altro purtroppo ha chiuso, almeno per i prossimi due anni, i battenti. Si tratta dello Spazio Uno, la piccola e accogliente sala di via del Sole che dal 2002, sotto la gestione di Cristiana Baiocchi e Giuseppe Giuliattini, ha abituato il suo pubblico al cinema di qualità tramite una programmazione fra le migliori della città unita a incontri con autori, dibattiti e momenti di confronto.

Lo scorso 24 luglio, tramite un lungo post su Facebook, i gestori hanno annunciato l’inizio delle operazioni di sgombero dei locali da parte della proprietà dell’immobile, conclusesi pochi giorni dopo con lo smantellamento della sala. All’orizzonte due anni di stop forzato al termine dei quali il cinema dovrebbe riaprire con una nuova sala, collocata al piano terra, totalmente nuova e supertecnologica, affiancata da un punto di ristoro.

Cristiana Baiocchi ci ha raccontato la sua emozione all’indomani della pubblicazione del post di commiato dal pubblico dello Spazio Uno sotto il quale si è formata una catena di affetto dal quale è rimasta sempre assente qualsiasi manifestazione polemica: “Sentire svitare il bullone di quella prima poltrona che veniva smontata è stato un colpo e mi sono concessa un attimo di commozione, forse per la prima volta. La solidarietà e l’affetto che sono seguiti sono stati incredibili. Negli anni il nostro pubblico più affezionato ha instaurato un rapporto stretto con noi. Ci sono i residenti del quartiere per cui la nostra sala è stata quasi un rifugio dove, senza nemmeno conoscere la programmazione, si entrava per accomodarsi fidandosi delle nostre scelte, gli avventori abituali che riconoscevano nella nostra formula la stessa dei cinema di quartiere parigini e gli irriducibili, spesso i più maturi anagraficamente, che avevano persino diffidenza a frequentare le altre sale. È buffo da dire ma mi sono più volte trovata a consigliare a qualche spettatore di non perdere un film che veniva programmato in un altro cinema. All’inizio c’era della reticenza ma spesso sono stata ringraziata per i consigli. Mi arrabbio quando sento della facile ironia sugli spettatori più anziani che si possono trovare alle proiezioni pomeridiane, costituiscono una fetta considerevole di un pubblico che è molto istruito ed esigente, per il quale l’ingresso in sala è un momento serio e quasi solenne. Ora passeranno questi due anni dopo i quali promettiamo di tornare. Nel mettere in ordine pensieri ed emozioni voglio trovare un modo, magari attraverso i social, per continuare il dialogo con i nostri amici, il pubblico che si è stretto intorno a noi e che è capitato che mi fermasse addirittura per la strada per informarsi”.