Paesi diversi legati, oltre che dalla lingua, anche da radici comuni e da un’unica grande passione: il cinema. Messico, Spagna, Argentina, Cile, Brasile, Colombia: lo sguardo del Festival cinematografico Iberoamericano Entre Dos Mundos, che quest’anno è stato preceduto, tra febbraio e aprile, da cinque incontri in collaborazione con Edizioni Sur presso il 25hours Hotel di Firenze dove si è parlato di Cinema, libri, tango, amore, calcio e, più in generale, di America Latina che hanno registrato il tutto esaurito, è giunto alla sua VI edizione, abbracciando un orizzonte ampio sul quale non è mai calata l’attenzione del pubblico.

Dal 19 al 21 maggio alla Compagnia, e On-line sul sito di MYmovies, saranno presentati film, cortometraggi, eventi collaterali legati al cibo e all’arte e grandi ospiti.   

“Per questa nuova edizione di Entre Dos Mundos ho voluto dare spazio alle donne” racconta la direttrice Maria Lorena Rojas “a partire dall’immagine simbolo di quest’anno ovvero una donna che stringe a sé elementi diversi come animali, natura e persino una casa. Non solo registe donne, come Manuela Martelli, Bruna Arcangelo, Lorena Padilla e Laura Mora, ma ho anche selezionato film con forti protagoniste femminili come quelle di Dos estaciones e 1976, che apriranno la prima giornata di Festival e Alis il documentario ambientato a Bogotà che presenteremo in collaborazione con le ragazze dell’associazione CinematograFica domenica 21 alle 16 alla Compagnia”.

L’industria cinematografica sudamericana, che ormai da un ventennio ha gettato solide basi a Hollywood conquistandola col talento di maestri come del Toro, Cuarón, Iñárritu e Larraín, si dimostra molto attenta anche nel continuare a mantenere legami forti con l’Europa: “C’è una nuova generazione di produttori che pensa in grande” spiega Rojas “si guarda molto alla Spagna certamente, ma si investe anche sulla cinematografia di altri paesi. Ne sono un esempio due film come Titane di Julia Ducournau e Annette di Leos Carax, rispettivamente il vincitore della Palma d’Oro e il film d’apertura dell’edizione del Festival di Cannes immediatamente successiva alla Pandemia, che sono stati realizzati da produttori messicani.

Anche le pellicole in programma nel nostro Festival sono frutto di coproduzioni intercontinentali come Adentro mío estoy bailando- (The Klezmer Project) di Leandro Koch e Paloma Schachmann che ha visto impegnate Argentina e Austria nel racconto di una storia d’amore che ha impiegato molti anni per venire alla luce e le cui riprese sono state rese particolarmente difficili, dallo scoppiare della Pandemia prima e dall’invasione della Russia in Ucraina poi, essendo stato in parte girato in Bessarabia, una regione confinante con Ucraina, Romania e Moldavia.

Per me è anche particolarmente importante che il pubblico conosca un altro volto del cinema iberoamericano, come quello romantico appunto, il comico e quello più fantasioso di un’opera come Brujería, pellicola cilena che racconta la storia di una ragazzina costretta a chiedere aiuto a un gruppo di stregoni (brujos) per vendicare l’uccisione di suo padre”.

 

Scopri il festival: entredosmundosfirenze.com/