Prodotto con il supporto del Premio Lucia 2021 ,Variazioni su M. di Martina Melilli e Botafuego potrà essere ascoltato domenica 11 dicembre alle 17 e 45  in occasione di Lucia Festival (dal 9 all’11 dicembre a Cango – Cantieri Goldonetta), alla presenza dell’autrice e di Renato Rinaldi, voce principale di questa audio-opera di narrazione.

Di che si tratta? Leo, studioso di botanica, viene inviato in Algeria nel 1952 per una campagna geo-cartografica quando Miriam Colautti lo contatta per chiedergli come trovare lavoro ad Algeri. È così che tra i due nasce una fitta corrispondenza, che continua anche dopo il ritorno di Leo in Italia, nell’estate del 1954, quando si stabilisce a Bergamo. A settembre dell’anno successivo si sposano e finalmente, nell’autunno del 1955, lei può raggiungerlo. Leo però muore dopo pochi anni, nel 1961. Miriam ha deciso di donare le lettere di Leo all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, e così sono arrivate fino a noi. Ha deciso però di bruciare le sue, di cui non resta traccia.

Variazioni su M. lavora sull’assenza delle parole di Miriam, sulla potenzialità di questo spazio vuoto.

E come avete lavorato su questo vuoto? Chiediamo a Melilli.

“Nella lettera più vecchia i due amanti non si conoscono ancora, nell’ultima sono ormai sposi. Ci siamo immedesimati in questa evoluzione adattandoci psicologicamente ai tempi e alla forma della lettera e della scrittura su carta, quindi dell’attesa, anche lunga. Poi abbiamo tradotto questa forma attraverso il messaggio vocale di whatsapp che di simile alla lettera ha questa sorta di «momento dedicato», un monologo interiore, auto-rivolto e che richiede un ascolto altrettanto intimo e personale.” Commenta. “Non avendo a disposizione la vera Miriam, ma soltanto le riposte che alle sue lettere dava Leo, abbiamo deciso di coinvolgere moltissime donne diverse, per età, provenienza, professione, orientamento per fare una sintesi. Abbiamo creato una sorta di dispositivo, un cadavre exquis, in cui ognuna aveva a disposizione un certo di numero di informazioni, senza conoscere tutta la storia. Abbiamo poi chiesto a tutte le «variazioni di M.» di registrare i messaggi nella maniera più spontanea possibile, anche dal punto di vista del suono, come e dove si sentivano di registrare quella risposta a quella lettera.”

Quale pensi sia il tipo di esperienza o le reazioni del pubblico?

“Era un meccanismo che poteva dare luogo a qualsiasi risultato. Gran parte del lavoro è stato infatti selezionare una parte dell’epistolario fino a ridurre complessivamente la durata e rendere il tutto più fruibile. Dai feedback sin qui raccolti molti hanno paragonato l’ascolto a una vera e propria storia, come un film o un romanzo, questo perché abbiamo per primi cercato di non perdere il percorso, l’evoluzione che ne fa un vero e proprio racconto” Senti di aver conosciuto più Miriam o Leo? Leo si è aperto molto in quelle lettere, cosa rara per un uomo e penso di averlo conosciuto abbastanza a fondo. Ho però immaginato molto anche Miriam dalle risposte di lui. E poi, il fatto di averla esplosa in mille frammenti, come le mille facce di un diamante, mi ha comunque permesso di immaginarne una personalità con tante sfumature e quindi reale”.