Firenze si anima in questo inizio di autunno con le riflessioni sulla percezione e l’arbitrio dell’artista danese Olafur Eliasson nella sua nuova mostra “Nel tuo tempo” a Palazzo Strozzi, insieme all’allestimento in Piazza San Lorenzo di “Mr.Arbitrium” dello scultore Emanuele Giannelli.

La mostra Nel tuo tempo” resterà aperta fino al 22 gennaio e nasce da una visita di Eliasson a Palazzo Strozzi, dove rimase affascinato dalla semplicità e razionalità dell’arte rinascimentale. L’artista ha creato un viaggio nell’essenza dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, ovvero nel rapporto tra umano e semplificazione geometrica della realtà. Ispirato a sua volta dalla filosofia di Platone, Eliasson ha reinterpretato in chiave contemporanea i grandi ideali degli antichi tramite la realizzazione di strutture simbiotiche con lo spazio circostante. L’architettura e lo spettatore divengono il cuore stesso della mostra in un dialogo diretto dato dall’uso di luci artificiali, ombre fugaci e colori intensi, invitandoci a riflettere sull’esperienza condivisa e comunitaria della realtà. La gamma cromatica delle luci è il fiore all’occhiello dell’esposizione. Seguendo il percorso tracciato nel Medioevo dall’Abate Suger, che nella sua ricostruzione dell’Abbazia di Saint Denis dette un’importanza capitale alla luce, espressione del divino, in opere comeFirefly double-polyhedron sphere experiment e “Colour spectrum kaleidoscope la regolarità geometrica si espande in un arcobaleno soggettivo di colori, dove ogni singolo spettatore ha una percezione diversa a seconda del suo angolo di osservazione. La contemporaneità di Eliasson si ritrova anche in Your View Matter, dove grazie a uno speciale visore di realtà aumentata il pubblico entra in uno spazio virtuale di complesse geometrie che si animano grazie a un effetto moiré, una realtà parallela che rinnova il messaggio dell’eterno Uomo Vitruviano.

Usciti da Palazzo Strozzi, vi invito a passare poi davanti alla Chiesa di San Lorenzo, per poter ammirare fino al 31 ottobre “Mr. Arbitrium” dello scultore Emanuele Giannelli. L’opera, come rivela il nome, invita a riflettere sul ruolo dell’arbitrio, se il gigante voglia spingere con forza la basilica in una michelangiolesca sfida, distruggendo il passato per fare spazio al nuovo, nonostante i pericoli che esso comporta (si veda il dibattito sulle intelligenze artificiali e sulle nuove tecnologie) o, al contrario, se la stia sorreggendo con l’intento di mantenere in auge il passato. Il gigante è nudo e ha indosso degli occhiali da saldatore, elementi chiave per comprendere la poetica dello scultore. Essi incarnano l’essenza dell’uomo tecnologico riallacciandosi a un’idea che si può trovare anche in Modigliani, ovvero sono “specchi dell’anima”, e in quanto tali l’artista decide di celarli, stuzzicando la curiosità degli spettatori. “Mr Arbitrium” ha un ruolo fortemente sociale, dato anche dalla sua posizione centrale nella vita quotidiana di Firenze, una città dove l’arte contemporanea fatica a essere accettata, come si nota dal biglietto ironico posto sotto la statua, scritto in vernacolo fiorentino. Giannelli ha apprezzato molto il messaggio, tanto da esprimersi così a riguardo: “L’ambiente urbano è più divertente del museo, tutti ti guardano, ti giudicano e si esprimono sul tuo lavoro”, e aggiunge: “la vita è severa e l’ironia del fiorentino riesce ad alleggerirne il peso, è qualcosa da dover essere alimentata anche attraverso l’arte nelle piazze”.

Crediti fotografici: Fondazione Palazzo Strozzi