di Francesca Nieri

Dal poeta al clochard, dall’artista e professore al rivoluzionario e contestatore, dall’intellettuale cattolico all’ateo che non smetterà però mai di credere che la vita possa avere un continuo, dal “diverso” al visionario. Lo spazio Brizzolari, attraverso un percorso museale che si articola su due piani di un ex fabbrica nel cuore di Scarperia nel Mugello, racconta l’eccentrica figura del pittore Antonio Brizzolari, esponente dell’art brut, morto nel 2016 all’età di 75 anni.

Antonio era brillante quanto eccentrico e imprevedibile, affetto da schizofrenia, riversava il suo mondo fatto di volti, ideali comunisti, scenari futuristici, frasi ermetiche e talvolta premonitrici, su qualsiasi superficie avesse sotto mano: a partire dai suoi abiti e accessori, tutti rigorosamente personalizzati con la sua arte, a qualsiasi superficie ricordasse una tela; perfino i lenzuoli ed i muri della sua stanza della casa di cura dove viveva nell’ultimo periodo, divenivano un mezzo per raccontare il suo mondo in cui Antonio si rifugiava, forse per scappare dal nostro in cui la sua sensibilità e purezza venivano contaminate.

frase brizzolari

 

Un museo voluto da suo fratello Giuseppe, molto diverso da Antonio per orientamento politico e modo di vivere, ma legato fortemente a lui, tanto da vedere “come una missione” la costruzione di questo spazio dove Antonio potesse avere l’attenzione come artista che avrebbe meritato in vita e dove raccogliere le centinaia di opere disseminate tra le cantine di San Salvi e le soffitte di amici. Opere che Antonio non ha mai voluto vendere, perché così facendo avrebbe messo in vendita anche la sua anima e il suo pensiero. La sensibilità unita alla forza è il fil rouge che ci offre Antonio, attraverso i suoi quadri, per conoscere il suo universo.

Liberiamoci quindi da preconcetti, giudizi e pregiudizi, entriamo in questo spazio, che attraversa tutte le sfaccettature dell’artista e dell’uomo, nel suo mondo fatto di fantasia e leggerezza (con le sue visioni extraterrestri e le sue navicelle spaziali pronte per fuggire su nuovi pianeti), di forza (data dalla sua integerrima visione politica che emerge in molte delle sue opere e  installazioni), e di “diversità”. Le sue opere seguono un modo di scrivere in verticale, arrivano come un graffio, un urlo, un fuoco, a destabilizzare tutte le nostre certezze sul concetto di malattia mentale.

Alla fine del percorso la riproduzione della sua stanza a San Salvi dove Antonio sui muri dipingeva e si annotava ogni tipo di appunto. La stanza, come molti degli altri interventi artistici nel museo, sono stati realizzati da due artiste C_ska e Qui&Ora che prima di lavorare al progetto hanno voluto conoscere l’uomo Antonio.

Nella stanza anche il suo armadio, con le ante rigorosamente scritte, dove sono conservati ed esposti i suoi vestiti più famosi ed eccentrici con cui Antonio usava uscire all’arco di San Pierino a Firenze negli anni ’80-‘90. Molti forse se lo ricorderanno, era un personaggio che non poteva che essere ricordato.

Spazio Brizzolari (Scarperia e San Piero, viale Kennedy 188)

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