di Asia Neri

Con Trying to grow wings, Ana Vujovic apre una nuova finestra di ricerca per MAD Murate Art District. La mostra, organizzata da MUS.E e curata da Renata Summo O’Connell di Artegiro, inaugura giovedì 28 aprile, ore 17.30, alla presenza dell’artista serba con base a Belgrado e rimarrà aperta fino a domenica 31 luglio.

Il diritto alla ricerca

“Non stiamo giocando un gioco di dolore, stiamo cercando di sviluppare le ali e volare”. Il titolo riporta un estratto della citazione di Etel Adnam, artista e poetessa libanese che, nell’utilizzo di diversi medium e nel suo profondo slancio solidale, trova molte aree di contatto con l’artista ospitata da MAD. Valentina Gensini, direttrice dello spazio, difende con fermezza il diritto degli artisti al tempo per la ricerca e per lo studio, “la società ci costringe spesso a rispondere a logiche di produttività, a meccanismi di ’do ut des’. La grande sfida per MAD è garantire totale libertà agli artisti in residenza, svolgendo un servizio di committente pubblica”. Trying to grow wings apre la stagione di MAD dedicata alle indagini e produzioni di artisti internazionali.

Trying to grow wings murate
foto: Asia Neri

La sapienza e il glitch della tradizione artigiana

La prima artista della stagione è Ana Vujovic che, nel suo progetto di ricerca, invita la comunità alla restanza, a non farsi consumare dalle criticità del presente, a restare e avanzare. Restare, un primo luogo semantico custodito dall’indagine dell’artista sull’antica pratica pre-slavica della tessitura e sulla scoperta dell’artigianato fiorentino più autentico, favorita dall’incontro con Antico Setificio Fiorentino e Rossi 1931. La tradizione dell’arte tessile del suo paese di origine si intesse con le sete e le carte pregiate della cultura artigiana locale, restituendo una rilettura critica e contemporanea dell’eredità storica, della questione di genere, della rilevanza del glitch in quanto ‘cosa umana’.  

foto: Asia Neri

La materia e il multistrato

La possibilità dell’errore conservata dalle pratiche manuali rappresenta l’unica via di fuga dai processi imperanti di ottimizzazione e standardizzazione, imposti dall’incessante avanzare del progresso tecnologico e dalle logiche brutali del consumo. Ed è da qui che Ana Vujovic comincia il suo lavoro di produzione, rendendosi decisa nell’Avanzare. L’artista serba esplora le pareti, i soffitti e i pavimenti delle tre ex-celle rigenerate, se ne appropria e le contamina, utilizzando la tipica carta fiorentina. Le installazioni si configurano dunque come opere multistrato: l’intaglio, lo scavo, lo strappo e il brandello (rigorosamente di carta) interpretano il suo instancabile interrogarsi sulle vie di fuga, una fuga “dallo spazio fisico in sé oppure, più generalmente, dal peso della storia?”, insinua Ana nel raccontare i suoi spunti di riflessione. Continuamente suggestionata da questa indagine site specific, la ricongiunzione con la storia del tessuto fiorentino passa anche attraverso il complesso dell’ex Carcere delle Murate, un ulteriore strato di significato che si misura nuovamente con l’assidua ricerca di exit strategy.

foto: Asia Neri

Un invito alla complessità

Il lavoro realizzato con la seta nella sala Anna Banti del MAD segna invece il carattere estetizzante della ricerca di Ana Vujovic, una bellezza continuamente spezzata dai rimandi dell’artista al mondo esterno. La tensione dei fili in ascesa e discesa ricompone una dimensione sacrale quasi magnificente; la perfezione estetica viene però interrotta da un soundscape dissonante, dallo sbattere d’ali di un uccello che lotta per liberarsi e prendere il volo. I fili di seta rivelano la complessità processuale delle tecniche artigiane, la possibilità di appropriarsi di tale sapienza e di ascendere; il battito d’ali si configura come promemoria delle dinamiche di costrizione con le quali l’artista, come ogni individuo, sente di doversi confrontare quotidianamente.

Ana Vujovic lavora sulla gestione delle voci e dei racconti antichi e, al contempo, sulle contraddizioni della contemporaneità, evidenziandone la reciprocità con un’equazione quasi matematica. Più ci avviciniamo alla complessità dei saperi e della contemporaneità, più saremo capaci di utilizzarli a nostro favore per comprendere il nostro tempo. Per “sviluppare le ali e volare”.

foto: Asia Neri

ORARI E VISITE GUIDATE

La mostra è visitabile dal 29 aprile al 30 luglio, dal martedì al sabato, ore 14.30-19.30. Ultimo accesso mezzora prima della chiusura. Le visite guidate alla mostra, gratuite su prenotazione, si terranno tutti i venerdì e i sabati di maggio, giugno e luglio alle ore 15-16, 16.30-17.30, 18-19

Gli altri giorni della settimana, dal martedì al giovedì, su prenotazione.