di Andrea Bertelli

La pandemia ha aperto ed esasperato nuove frontiere dell’aperitivo. Rendendo sempre più difficile creare occasioni per brindare in ristretta compagnia, per salvarsi da un pernicioso alcolismo solitario. Ma a volte al peggio non c’è mai fine e a Firenze se si giunge al supermercato il venerdì dopo le 16:00, rimane solo la vista del reparto alcolici transennato. È l’ultima perniciosa minaccia, la variante astemia.

I virologi sostengono provochi attacchi di cuore e scatti di rabbia stile Rambo, ci sono stati casi di momentanea follia, i pazienti gridavano: “Non ci avrete mai sobri”.Dopo il pub no, il cocktail bar, figuriamoci.Chi ricorda quella sensazione paradisiaca di avere i gomiti su un bancone? A questo punto cosa dobbiamo aspettarci, un nuovo proibizionismo? La formazione di nuovi gruppi clandestini, Brigate di Solidarietà Alcolica.

Rinchiusi negli scantinati della città ad aspettare una partita di liquore distillato nel garage del prozio o nella vasca da bagno della nonna? Apertuta di speakeasy e distribuzione di fiaschette, tasche segrete nei cappotti.

Ondate di giovani zombie deliranti all’assalto del reparto alcolici dalla pausa pranzo del venerdì fino alle 15.59, ricreando scenari da videogioco che Ken Shiro scansati.

Ma la sete non ci avrà, gin tonic sul davanzale, negroni dal balcone, birre dalle finestre.
In alto i calici, in videochiamata, a distanza nei parchi o in strada, (mi raccomando prima delle 16:00). 
Mutuo soccorso alcolico. Nel frattempo, dall’alto di Palazzo Vecchio, un violino suona in un’atmosfera spettrale ed echeggiano risate, su una Firenze che arde dalla sete.
Benvenuti nella zona sobria.

Prosit!