Si è svolta ieri mattina la conferenza stampa al Museo Novecento di Firenze che ha presentato le mostre in programma per i prossimi mesi e ha visto la presenza, insieme al direttore artistico Sergio Risaliti, anche di tre assessori del Comune di Firenze: Tommaso Sacchi (cultura), Sara Funaro (diritti e pari opportunità) e Alessandro Martini (cultura della memoria e della legalità).

Dal 24 gennaio al 30 aprile saranno ben tre gli artisti di cui sarà possibile osservare opere e sperimentazioni: al secondo piano del Museo Novecento sarà raccontata la poetica di Fabio Mauri, artista eclettico e impegnato, tramite un interessante spaccato che dai suoi Schermi degli anni Cinquanta porta alla serie dell’Apocalisse degli Ottant.

Fabio Mauri – Dramophone 1975 – carboncino su carta da spolvero – Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth – ph Mattia Marasco

Al piano terra saranno ospitate le ultime ricerche della giovane artista emiliana Elena Mazzi in riferimento al rapporto tra uomo e ambiente e in dialogo con tre diverse opere della collezione permanente del museo.

Elena Mazzi – Self portrait with a whale backpack 2018 – Courtesy l’artista e galleria Ex Elettrofonica

Sarà inoltre possibile osservare una selezione di oltre cento opere dell’artista Emanuele Becheri, selezione composta sia da sculture che da disegni e incentrata proprio sullo studio di quel territorio di confine dove i due mezzi espressivi si possono incontrare.

Emanuele Becheri – One hundred sculptures 2016-2019 – ph: Mattia Marasco

In ricordo della Shoah

Il Muso Novecento dedica grande attenzione e impegno per la celebrazione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio. Per l’intera giornata infatti il museo rimarrà visitabile ad ingresso gratuito e la sera verrà riproposta la storica performance Ebrea di Fabio Mauri (in scena anche giovedì 23 e venerdì 24 gennaio). Dal 23 al 27 gennaio in mostra l’istallazione Chinese Whispers (telefono senza fili) di Simona Andrioletti, con le voci di nove persone di diversa nazionalità che, costrette a migrare, recitano versi della poesia Girovago di Giuseppe Ungaretti.

E ancora, sempre in ricordo della Shoah, la grande installazione Il Muro Occidentale o del Pianto di Mauri sarà esposta nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio e resterà visitabile fino al 23 febbraio.

L’opera, presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1993, è un grande muro di quattro metri costituito da valigie e bauli, simboli di viaggi e di esili, di esodi forzati e di migrazioni. Un invito a impegnarsi e a riflettere per poter trasmettere al futuro la memoria di un passato doloroso che, i giorni di oggi ci insegnano, non va mai data per scontata. 

fabio mauri muro del pianto

Fabio Mauri
Il – Muro Occidentale o del Pianto, 1993
 – foto: Graziano Arici
 – Courtesy the Estate of Fabio Mauri and Hauser & Wirth