Il 2021 per Firenze sarà un anno chiave dal punto di vista artistico e culturale (quindi anche del turismo e della politica degli spazi di destinazione) e molte sono le scelte da fare, nonostante gli orizzonti sanitari, economici e sociali siano tutt’altro che chiari. Oltre ai musei cittadini ci sono le istituzioni che spesso ne sono titolari e le risorse che potranno destinarvi (a chi, come e quanto). 

Poi c’è il privato: per esempio i grandi gruppi immobiliari, con i quali e dai quali si dovrà cercare una mediazione tra recupero profittevole e fruizione collettiva. 

La polemica (una tra le varie) nasce a giugno 2020, durante una puntata di Report a proposito della “messa all’incanto” di Firenze. Il focus è l’acquisto dell’Ex Caserma di San Giorgio da parte del  Lowenstein (con vicenda connessa sulla fattibilità di una funicolare ormai leggendaria da Boboli al Belvedere). Il professor Montanari denuncia, un comitato si mobilita, l’amministrazione – a dicembre – lo querela. C’è poi l’assegnazione di Sant’Orsola, recente quanto bollente, al gruppo francese Althea. Ci sono i cittadini, a cui forse si dovranno dare risposte diverse rispetto alla consueta, cioè che un centro storico congestionato di turisti e con gli AirBnB al posto delle abitazioni residenziali è  l’unica alternativa a un centro storico povero e vuoto. 

Ci sono anche i Millennials, i nativi digitali, che hanno idee e capacità di intercettare ed educare nuove e appetibili fasce di pubblico. Abbiamo tentato di aprire un dibattito su quelli che sono con molta probabilità i pilastri della Firenze del 2021: Arte e Cultura, Spazi e Mobilità, Storia e Futuro e l’immancabile coppia Tradizione e Innovazione.

Sergio Risaliti – Museo Novecento

Sergio Risaliti è tra i massimi storici dell’arte italiani, per Firenze ha curato numerose iniziative, è direttore del Museo Novecento. Quando parliamo è investito anima e corpo nell’organizzazione della personale di Henry Moore, in arrivo al Novecento: «un’occasione unica a 50 anni dalla mostra al Forte Belvedere. Il Museo si accredita a livello scientifico con un grande progetto espositivo preparato per due anni con la prestigiosa Fondazione Moore. Una prova di maturità e un regalo alla città, in un momento di progressiva marginalizzazione della vita artistica e culturale». Gli chiedo del Premio Wonderful, prossimo all’assegnazione di quattro borse di studio da 5000 euro a 4 artisti italiani under 40: «l’arte contemporanea deve produrre aggiornamenti e aiutare i giovani talenti a formarsi al meglio». A questo punto però, vorrei da lui un’opinione anche sul ruolo che il turismo potrà assumere nella Firenze post COVID: «sono contrario al turismo di massa, se pensiamo a quello del Grand Tour, era completamente diverso. Il turismo può cambiare, restando rapito dalla shock della bellezza. Prima di tutto però, vengono i cittadini ed è a loro che la città deve offrirsi». 

E che ne pensa invece dei grandi investimenti privati che – non senza polemiche – stanno acquisendo porzioni di città e del centro storico spesso “sottocosto”? 

«La grandezza di Firenze è stata costruita da investimenti privati, dalle grandi famiglie che a partire dai Medici, dagli Strozzi, per finire con gli stessi Bardini, hanno arricchito il patrimonio cittadino. I grandi musei sono perlopiù collezioni private poi donate alla città». 

E l’amministrazione locale che deve fare? 

«Ci sono tanti luoghi che un sistema pubblico non sa o non può tutelare, quindi possiamo e dobbiamo dare fiducia ai privati. Questo processo deve però essere accompagnato e rispettare l’utilizzo di quei luoghi e dei beni presenti anche da parte della cittadinanza». 

E di due “cessioni eccellenti” come l’EX Caserma San Giorgio e il Complesso di Sant’Orsola che ne pensa? «In generale preferisco che un luogo rinasca a che resti uno scheletro immondo. L’acquisizione e il recupero sono di per sé positive. Ogni operazione subirà certo cambiamenti in corso e interruzioni, forse non rispetterà le aspettative, certo che è che l’Immobilità e la perfezione sono divine e tutti noi siamo umani»

Tipo la funicolare da Boboli al Belvedere? 

«Appunto! Chissà se mai la faranno quella!». 

Cosa risponderebbe a chi denuncia una svendita? 

«Ma Firenze, nonostante certi ambiziosi soloni che in cerca solo di popolarità ne sostengono la piena autenticità, è fatta al 70% di falsi storici! Quando curai l’istallazione dell’opera di Jeff Koons in piazza della Signoria mi attirai numerose critiche, ma era la sola opera originale tra falsi, tra cui lo stesso David. Il cambiamento significa vita».

Massimo Bomboni – Viaggi nella Storia

Massimo Bomboni, studente fiorentino di storia, cura un interessante profilo su Instagram: «Viaggi nella Storia nasce il 30 giugno 2020, da una notte di insonnia del sottoscritto. Volevo trovare un modo diverso per coltivare e comunicare la mia passione per la Storia e i viaggi, sviluppata negli anni di studio. Ho deciso di sfruttare Instagram perché consente di raccontare storie sintetiche, corredate da immagini, elemento fondamentale nel mondo di oggi».

Ti occupi di storia delle merci. In una città in cui anche il Turismo è stato spesso paragonato a una merce, ti chiederei di arricchire questo concetto con un aneddoto storico o con un excursus. 

«Il viaggio turistico non è sempre esistito, nei secoli passati viaggiare era una pratica pericolosa a causa delle asperità della natura e degli altri uomini. Potremmo definire però i pellegrinaggi verso luoghi santi (Gerusalemme, Roma, Santiago, etc.) una sorta di turismo ante litteram, laddove si formava un intero sistema di infrastrutture atte all’accoglienza di pellegrini, lungo percorsi ben definiti». 

Il modo in cui cerchi di spingere ad approcciarsi al viaggio non è tanto quello del consumo, ma quello della conoscenza. E come svilupperesti il tuo viaggio all’interno della città per conoscerla veramente? 

«Firenze è una città meravigliosa, qualsiasi percorso si scelga. Tuttavia, per chi volesse scoprire la città da angolazioni meno tradizionali, consiglio di partire da Oltrarno, dal quartiere di San Niccolò e di San Frediano, fino al forte Belvedere e il Giardino di Boboli. Firenze è una città da godersi a piedi o in bicicletta, solo così possiamo apprezzare al meglio vie e palazzi».

Alexis Martini – Cronache Fiorentine

Su Facebook seguo Cronache Fiorentine, una pagina nata a novembre ’20. Scopro che è curata da un altro giovanissimo Local, Alexis Martini. «L’idea nasce dalla lettura del celebre Diario di Luca Landucci scritto tra il 1450 e il 1516 e poi continuato da anonimo, in cui si narra non solo degli eventi principali che hanno caratterizzato uno dei periodi di massimo splendore e travaglio vissuti dalla città ma anche di episodi di vita quotidiana. Poi c’è stata la “scoperta” della pianta del 1594 di Stefano Buonsignori Raffigurante la città di Firenze, si nota l’evoluzione urbanistica subita. Decisi così di aggiungere alla cronaca la collocazione geografica». 

Visto che uno degli argomenti che più terranno banco nel 2021 c’è senz’altro un riassetto urbanistico e della mobilità di Firenze, ti chiederei di arricchirlo con un un paio di aneddoti storici. 

«La Torre dei Mannelli, nell’Oltrarno, era integrata nella dimora dell’omonima famiglia da almeno il 1333. Tra il 1564 ed il 1565 quest’ultima si oppose strenuamente alla demolizione della torre,voluta nel progetto del Vasari per la costruzione dell’imponente Corridoio. Il progetto avrebbe dovuto ridimensionare la torre ma il cantiere venne contrastato a tal punto da costringere il Vasari a modificare il percorso non più all’interno della torre stessa, come la vicina Torre degli Ubriachi, ma intorno, sostenuto da blocchi di pietra serena ancora oggi visibili. L’opera era iniziata almeno sei anni prima e aveva già contribuito a cambiare radicalmente il volto dell’odierno piazzale degli Uffizi, all’epoca noto come il quartiere “a luci rosse” della Baldracca (nome dovuto alla distorsione della parola Bagdad, dal nome di un’osteria di quartiere) poi raso al suolo».