Giovanni Battista Giorgini – 2 gennaio 1971
C’è una piazza a Firenze, che effettivamente è una piazza, ma poco lo sembra. Vi si affacciano numerosi esercizi storici, come la Trattoria dei fratelli Briganti, e i parcheggi sono rari come gli sciatori in Danimarca. È intitolata a Giovanni Battista Giorgini: e chi era costui? Si pensa subito a un patriota o uno storico, che la zona è popolata di Labruschini, Vannucci, Fabbroni. Niente di tutto questo: Giorgini è stato quello che ha inventato la moda a Firenze, o meglio ha venduto la moda da Firenze al resto del mondo. Autentico precursore di un lavoro, quello del buyer, che ha contraddistinto l’economia emergente dell’Occidente e non solo, il nostro uomo è ricordato forse come il più importante ambasciatore del Made in Italy all’estero.
Bastano le parole scritte su una targa ubicata in via dei Serragli, esattamente a Villa Torrigiani: “Nella sua casa, all’interno di questo giardino, Giovan Battista Giorgini organizzò il 12 febbraio 1951 la prima sfilata di moda italiana”. Venti anni dopo, il 2 gennaio 1971, ci lasciava, consegnando a Firenze la potenza del suo lavoro.
Biglietti in sovrapprezzo – 11 gennaio 1953
In una Firenze del 2020, con il traffico caldo, lavori, tramvie e cantieri, con i social carichi spesso di rabbia, di livore e rancore spesso ingiustificato nei confronti delle amministrazioni pubbliche, quale potrebbe essere la mossa più impopolare nei riguardi dei cittadini? Forse la stessa mossa nobile che il Comune fece l’11 gennaio del 1953, quando, come negli anni della guerra, viene introdotto il sovrapprezzo sui biglietti del tram a favore del soccorso invernale ai disoccupati. La notizia, il ricordo, di per sé non è di quelli da appuntare sul calendario: lo abbiamo voluto segnalare per riflettere su quanto si sia talvolta imbarbarito il tessuto sociale, e ce ne accorgiamo bene. Forse usiamo troppo i social, dove chi la spara più forte la vince o forse qualcosa, purtroppo, è stato dimenticato. Ricordiamolo, in questo evento, che la solidarietà e il senso civico non è solo una moda. Ripensiamo a quell’inverno, qualche volta.
I gemelli Giannini – 11 gennaio 1980
I gemelli Giannini non sono due simpatiche persone nate da un solo parto, come i gemelli Ruggeri (che poi non lo erano) o le gemelle Kessler. I gemelli Giannini sono un’indicazione, un ricordo: fossero nati nel 2019 sarebbero un hashtag e se li ricordano bene le generazioni dei tempi che furono. Perché? Perché il parto era esagemellare? Sì ma non solo. La spiegazione, oltre l’estrema particolarità della gestazione della madre, (la prima italiana e la seconda al mondo), risiede nella eco mediatica, a metà fra la vittoria dei mondiali in Spagna e le nozze di Lady D, avvenimenti che avranno luogo nei mesi successivi. Ospitate nei quiz tv, trasmissioni, addirittura spot televisivi: Franco e Rosanna Giannini con i loro #gemelligiannini riempirono palinsesti e rotocalchi portando Firenze in ogni casa italiana. Altro che #ferragnez e #kardashian, gli influencer li abbiamo inventati nel gennaio del 1980 all’ospedale di Careggi.
Fausto Dionisi – 20 gennaio 1978
Un fantasma può uccidere? Pare di sì, e ve lo spieghiamo. Venerdì 20 gennaio 1978 un commando di terroristi rossi di Prima Linea tentava di fare irruzione nel carcere delle Murate per liberare alcuni detenuti. Tutto va storto: interviene una pattuglia della Polizia, inizia una breve ma intensa sparatoria che lascerà in terra i corpi dell’agente Dario Atzeni, gravemente ferito, e quello di Fausto Dionisi, purtroppo morto. Fausto aveva 24 anni, veniva come molti agenti di PS dalla provincia, e precisamente da Acquapendente. Lasciava quel giorno moglie e figlia piccola: una medaglia al valor civile e una targa, in via delle Casine lo ricordano. E il fantasma assassino? Semplice a dirsi, l’omicida dell’agente Dionisi: per quel crimine fu condannato in contumacia Franco Coda, fondatore di Prima Linea, latitante. Franco Coda per lo stato è morto, dichiarato morto, ma non esiste il cadavere. Si è volatilizzato, come si è forse volatilizzata la speranza di trovare giustizia per i familiari di Dionisi. Ma questo è un caso tutto italiano.
Il Gabinetto Vieusseux – 25 gennaio 1825
Sono onesto: da piccolo mi faceva sempre ridere il nome di questo istituto. Si sa, in preadolescenza si ride per cose quasi futili, e l’abbinamento di un sostantivo che per me rappresentava la stanza da bagno con un nome straniero, per me ricollocabile solo nello storico Viola Club Vieusseux, risultava veramente divertente e bislacco. Bando ai raccontini da Giornalino di Giamburrasca: il 25 gennaio si celebra l’anniversario dell’inaugurazione dell’istituzione culturale forse più importante a Firenze. Fondata da Giovan Pietro Vieusseux bel 1819 apre i battenti proprio il 25 gennaio dell’anno dopo, inizialmente come punto di lettura su abbonamento per produzioni di tutta Europa. Il Gabinetto Vieusseux negli anni produrrà pubblicazioni, diverrà biblioteca vera e propria, ma sostanzialmente rimarrà un punto di riferimento per gli esponenti del mondo culturale e politico. Insomma, un’autentica eccellenza fiorentina, che oggi celebriamo.