A Firenze non c’è mai niente da fare”: da questa celebre massima fiorentina è possibile ricavare le diverse variazioni che i musicisti usano ripetere, per esempio “a Firenze è difficile suonare dal vivo” e non c’è stato più niente dopo gli anni Ottanta .

Affermazioni che hanno un fondo di verità, ma non esauriscono le possibilità di un territorio pieno di energie sommerse. Questa intuizione ha portato alla nascita di un collettivo di artisti, formalizzato nel 2016 sotto il nome di Fiore sul Vulcano.

Inizialmente nate come sistema di scambio date per gruppi emergenti, le prime riunioni erano soprattutto incontri tra autori, finalizzate a “continuare il gesto di scrivere canzoni”. Da subito è emersa una forte identità artistica, una scelta ricorrente nella produzione di un pop in italiano frutto spesso della collaborazione di musicisti appartenenti a formazioni diverse, in una “visione non utilitaristica” che parte dal presupposto di essere tutti allo stesso livello e quindi di poterci tutti guadagnare qualcosa. L’associazione ha poi allargato i propri orizzonti ottenendo la fiducia di diversi locali e rassegne cittadine che hanno affidato a Fiore la programmazione artistica, ad esempio la vicina Festa Democratica al Parco delle Cascine. Una realtà che prova l’efficacia delle risposte del territorio ai profondi cambiamenti dell’industria musicale, “sempre più interessata alla televisione e all’esterofilia”.

Fiore sul Vulcano offre soprattutto un’occasione a chi vuole intraprendere una carriera musicale, di guadagnare consapevolezza sul ruolo del musicista oggi e sul mondo che lo circonda. I gruppi possono contare su una rete di supporto nelle attività live ma anche nella produzione in studio: “vogliamo che sia una realtà da cui escano ed entrino idee”, un ambiente fertile che possa diventare un polo della scena fiorentina. Perché “ci si rimane sempre un po’ sul cazzo, a Firenze, ma in realtà ci si stima ed è così che lo abbiamo scoperto!”

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