Nervi potrebbe sembrare una variabile impazzita uscita fuori dal nulla: il progetto esordisce sul palco del Rock Contest 2019 dove guadagna la finale; ottiene la finale anche al premio Buscaglione e finisce per vincere il contest per emergenti del Concerto del Primo Maggio con il brano Sapessi che cos’ho ( ascoltalo QUI )
Chi lo conosce però se lo ricorda come carismatico frontman dei Finister e instancabile sperimentatore di nuovi linguaggi musicali ed estetici. Le sue radici affondano nella musica inglese psichedelica, “ma recentemente ho avuto una folgorazione per gli anni ’60, Mina, Tenco… Ammiro in loro la capacità di cantare una cosa semplice come l’amore con sfumature e profondità poetiche”.
Il lavoro sulla voce passa per la sperimentazione di effetti: “gioco con i formanti della voce; mi ha conquistato la musica di Frank Ocean che ne è un pioniere”. Una scelta che segue l’interesse per i suoni della trap: “andando contro il dominio del timbro vocale una canzone può diventare anonima ma anche per tutti. Variare tra il mio timbro e quei suoni mi dà infinite possibilità comunicative”.
Scegliere l’italiano è stato parte della stessa riflessione: “una liberazione dall’ossessione di scrivere testi di concetto; preferisco suscitare immagini, rivolgermi al contesto più vicino al mio, alla mia vita ben poco cinematografica”. Per contro, il suo esordio era ad alto rischio di sembrare una sparata un po’ spocchiosa: si dichiara disinteressato alle “droghe visionarie”, alle serie tv… sembra quasi volersi distanziare dall’ascoltatore.
“Di quel testo sono esistite ben sei versioni! Volevo essere sicuro di passare un messaggio auto ironico”.
È nato così il Tragic Pop: un’estetica “da star decaduta, che prova a darsi un tono” ma con esiti rocamboleschi. Cade a pennello allora il simpatico siparietto nato su Twitter durante la sua esibizione in prima serata su Rai3, per il concertone: si presenta in kimono e viene apostrofato per “la vestaglia elegante della quarantena”. Se non è Tragic Pop questo…
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