Con l’autunno alle porte, Firenze si prepara a una stagione densa di appuntamenti culturali. Tra i luoghi più attesi c’è il MAD Murate Art District, che dal 23 ottobre inaugura un programma capace di unire grandi nomi della scena artistica internazionale a percorsi formativi innovativi. Nelle ex celle e nei corridoi dell’antico complesso carcerario, oggi trasformato in laboratorio creativo, la cultura diventa esperienza condivisa e partecipativa. Non solo mostre da visitare, dunque, ma un vero ecosistema di produzione, ricerca e inclusione.
Cultura (im)materiale: il ricamo come memoria
Ad aprire la stagione sarà Cultura (im)materiale, mostra dedicata all’artista thailandese Jakkai Siributr. Famoso per le sue opere in tessuto e ricamo, Siributr lavora spesso in dialogo con comunità locali, intrecciando memoria collettiva, spiritualità e pratiche artigianali. A Firenze proporrà una retrospettiva che attraversa trent’anni di carriera ma che si arricchisce anche di un progetto site-specific.
Al centro c’è il tema della memoria femminile, tradotta in stoffe, fili e motivi che raccontano storie intime e universali. Per l’occasione, l’artista ha coinvolto un gruppo di ricamatrici toscane, creando un ponte tra Oriente e Occidente. La mostra, curata da Veronica Caciolli e Valentina Gensini, è realizzata in collaborazione con il Museo di Antropologia e Etnologia dell’Università di Firenze, e offre una riflessione sul valore del fare manuale, capace di diventare linguaggio artistico e comunitario.

Jakkai Siributr – There’s no place, 2019 – Ongoing
Il Tempo fluido: la ciclicità della natura
Dal 20 novembre al 18 dicembre 2025 la programmazione si sposta nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, dove l’artista cinese Che Jianquan presenterà Il Tempo fluido.
La sala sarà trasformata da videoproiezioni monumentali che uniscono pittura, scrittura e installazioni interattive. L’opera, a metà tra filosofia e contemplazione visiva, affronta la ciclicità del tempo e il rapporto fragile tra uomo e natura. Jianquan, professore di chiara fama in Cina e già protagonista del Padiglione nazionale alla Biennale di Venezia 2024, propone un linguaggio immersivo che richiama le tradizioni orientali ma che si apre ai dilemmi globali: l’energia naturale, le crisi climatiche, la necessità di un equilibrio nuovo con l’ambiente.
Atlas of the New World: un atlante del futuro
Dal 4 dicembre 2025 all’8 febbraio 2026 torna protagonista lo spazio delle Murate con Atlas of the New World, progetto fotografico di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri, vincitori del Premio Ponchielli 2024.
Il lavoro è concepito come un vero e proprio atlante visionario: reportage e installazione si fondono per raccontare i luoghi del pianeta già trasformati dal cambiamento climatico. Le fotografie, scattate tra la California, il Mozambico, le Maldive, la Cina e l’Europa, compongono un mosaico di paesaggi che unisce presente e futuro. L’allestimento, arricchito da proiezioni immersive, spinge lo spettatore a confrontarsi con scenari drammatici e possibili, in cui l’arte diventa uno strumento di consapevolezza ambientale e sociale.
Oltre le mostre: l’arte come strumento di welfare
La vera particolarità del MAD è la capacità di andare oltre l’esperienza espositiva, trasformandosi in un laboratorio di welfare culturale. La stagione 2025-2026 propone infatti un fitto calendario di corsi e attività formative, pensati per favorire inclusione e nuove opportunità professionali.
Il progetto più atteso è la seconda edizione di Ogni corpo, ogni espressione, corso coreutico inclusivo realizzato con Versiliadanza e sostenuto da Fondazione CR Firenze. Rivolto a giovani e adulti con disabilità fisica o cognitiva, è il primo programma di alta formazione coreutica di questo tipo in Italia. Non un laboratorio amatoriale, dunque, ma un vero percorso professionale che riconosce il talento di artisti con fragilità.

Che Jianquan – Il tempo fluido
Formazione accademica e nuove professioni culturali
Un altro pilastro della programmazione è il nuovo Master post-laurea in Mediazione transculturale del Patrimonio artistico e del contemporaneo, realizzato in collaborazione con l’Istituto Palazzo Spinelli. Il percorso, sostenuto da fondi europei PN Metro, mette a disposizione venti borse di studio complete e si rivolge a giovani laureati in discipline umanistiche, giuridiche e sociali.
L’obiettivo è formare figure capaci di valorizzare il patrimonio in chiave transculturale, superando i limiti di una lettura eurocentrica. Particolare attenzione è dedicata a studenti e studentesse con passato migratorio, che potranno diventare ambasciatori di un patrimonio artistico inteso come luogo di incontro tra culture. A guidarli saranno critici, curatori e direttori di musei di rilievo nazionale, insieme ad artisti internazionali che lavoreranno in residenza a Firenze.
Inclusione e creatività: corsi per tutti
In parallelo, MAD propone una serie di corsi inclusivi che intrecciano musica, teatro e arti performative. Tra questi, il Training vocale con il Coro Con-fusion, diretto da Benedetta Manfriani, pensato per persone con fragilità o con esperienze di migrazione; un percorso di improvvisazione teatrale rivolto a giovani adulti con autismo, sviluppato con il Centro Autismo Firenze Casadasé; e un laboratorio di teatro per donne migranti, curato dal collettivo Muchas Gracias insieme alla Casa delle Donne.
In ognuno di questi casi, l’arte diventa un contesto protetto e stimolante, uno spazio in cui esprimersi, rafforzare le proprie competenze relazionali e creare nuove forme di socialità.
Firenze come laboratorio del contemporaneo
Il sostegno di Fondazione CR Firenze, che accompagna MAD fin dalla sua nascita, conferma il ruolo del centro come luogo strategico per la città. Non solo per l’offerta artistica di respiro internazionale, ma soprattutto per la capacità di costruire progetti che incidono sul tessuto sociale.
Come ha dichiarato la direttrice artistica Valentina Gensini, MAD si configura oggi come “hub culturale unico, in grado di accogliere le sfide più urgenti dell’agenda europea – dall’ambiente al post-colonial – trasformandole in pratiche artistiche partecipative e realmente inclusive”.
Perché visitare MAD questo autunno
Entrare oggi nel complesso delle Murate significa attraversare un luogo che porta ancora i segni del suo passato carcerario, ma che si è trasformato in spazio vitale di produzione culturale. Camminare tra le celle riconvertite in atelier, assistere a una mostra immersiva o partecipare a un laboratorio inclusivo restituisce l’immagine di una Firenze diversa, che non vive solo di memoria rinascimentale ma che sa dialogare con il contemporaneo e con il mondo.
L’autunno di MAD sarà dunque un’occasione per scoprire artisti internazionali, riflettere su temi universali e osservare da vicino un modello di welfare culturale che fa scuola in Italia.
https://www.murateartdistrict.it