di Francesco Cavari
È iniziata da poco la decima edizione di Black History Month Florence, rassegna dedicata alla storia e alla cultura delle persone africane e afro-discendenti, organizzata dall’omonima associazione culturale. La scelta dell’inizio del programma non è, ovviamente, casuale ma coincide proprio con il Black History Month, che celebra la storia degli afro-discendenti.
Il BHMF inaugura il 5 febbraio alle 17:30 presso il MAD Murate Art District le due mostre Divorando le pietre, dedicata all’artista Georges Adéagbo, e William Demby: Tremendous mobility, progetto che attinge all’archivio di Demby, artista e scrittore dell’Italia del dopoguerra. Le due esposizioni, realizzate grazie al contributo di Fondazione Cassa di Risparmio Firenze, saranno aperte al pubblico dal 6 febbraio al 4 maggio 2025.
Ieri 4 febbraio 2025 si è tenuta la conferenza stampa di presentazione alla quale hanno partecipato Benedetta Albanese, Assessora alla cultura della memoria del Comune di Firenze, Valentina Gensini, direttrice artistica MAD Murate Art District, Maria Oliva Scaramuzzi, vice-presidente della Fondazione CR Firenze, e Justin Randolph Thompson, direttore artistico di Black History Month Florence e curatore delle due mostre.
Justin Randolph Thompson
Justin Randolph Thompson è un artista dei nuovi media, facilitatore culturale ed educatore nato a Peekskill (NY) nel 1979. L’opera artistica che lo contraddistingue impiega comunità temporanee come monumenti, con l’obiettivo di promuovere una visione che unisce attivismo sociale e discorso accademico, un lavoro per il quale ha ottenuto svariati riconoscimenti internazionali. Dal 1999 si divide tra gli Stati Uniti e l’Italia, dove a Firenze nel 2016 ha fondato Black History Month Florence, un’associazione culturale che con il suo team internazionale e multigenerazionale si pone l’obiettivo di esplorare le culture diasporiche africane nel contesto italiano in tutte le sue sfaccettature.
Tempo rubato
Il titolo di quest’edizione di Black History Month Florence, la nona in collaborazione con MAD, è Tempo rubato, un concetto dal duplice significato. Da un lato sottolinea quanto la privazione di storie marginalizzate conduca a una perdita della capacità creativa, poiché in assenza di memoria si spezza la catena generazionale che è spesso fonte di riferimenti culturali e ispirazione. Secondariamente, come sottolinea lo stesso Justin Randolph Thompson, l’espressione Tempo rubato si ispira al lessico musicale; il termine “rubato” allude infatti alla libertà del musicista di interpretare il tempo seguendo la propria sensibilità individuale, un invito metaforico rivolto alla comunità nella sua interezza a riappropriarsi del proprio tempo.
“Un altro anno di collaborazione felice tra MAD e BHMF”, spiega Valentina Gensini, direttrice artistica di MAD, “una nuova possibilità per la nostra comunità di acquisire nuove consapevolezze sull’importanza della presenza afro-discendente in Italia”.
Divorando le pietre
Divorando le pietre celebra il lavoro di Georges Adéagbo, inserito in dialogo con Firenze e altre due città italiane, Roma e Venezia. La mostra ribadisce l’impegno di BHMF nell’evidenziare il ruolo dell’Italia come sito di produzione artistica che interseca generazioni e riferimenti culturali diversi.
Riallacciandosi al concetto di “Tempo rubato”, Divorando le pietre prende il titolo dal detto “Il tempo divora le pietre”, che ne traduce lo scorrere ineluttabile. La realizzazione delle opere di Georges Adéagbo inizia con la raccolta di materiali durante le passeggiate attraverso il continente africano e prosegue con l’aggiunta progressiva di frammenti reperiti nelle città in cui espone. Per questa mostra, Adéagbo rielabora opere concepite durante i progetti svolti nel 2008 a Roma, Venezia e Firenze, accostando sculture in legno, oggetti della quotidianità e reperti provenienti dal Benin all’interno di collage estremamente dinamici.
Nelle sue installazioni esposte presso MAD Murate Art District Adéagbo instaura un dialogo visivo con l’eredità storica di Firenze, dagli affreschi all’architettura, in un complesso scambio culturale.
William Demby: Tremendous mobility
La mostra William Demby: Tremendous mobility è invece un progetto elaborato nell’ambito di Black Archive Alliance presso MAD, iniziata nel 2021. La piattaforma, promossa dal centro di ricerca The Recovery Plan, è dedicata all’indagine, in archivi pubblici e privati, sui legami esistenti tra l’Italia, il continente africano e la sua diaspora. La mostra attinge all’eclettica figura di William Demby – autore, giornalista, musicista e attore – e alla sua pratica eterogenea.
Dalla partecipazione nell’Avanguardia degli anni Cinquanta a Roma all’impegno nella raccolta di opere d’arte, Demby ricoprì un ruolo centrale nel panorama artistico del dopoguerra. La mostra espone documenti e fotografie inedite, insieme a una raccolta di pubblicazioni e riflessioni artistiche inerenti all’impatto storico di William Demby, curate da Kevin Jerome Everson e Justin Randolph Thompson.
Il progetto si sviluppa all’interno della residenza The Recovery Plan, che si articola attraverso la piattaforma di ricerca Black Archive Alliance. La mostra, in stretta collaborazione con James Demby, custode dell’archivio e dell’eredità dei suoi genitori, rappresenta un contributo inedito alla narrazione artistica di questo protagonista afro-discendente della seconda metà del Novecento.
Informazioni utili
Divorando le pietre e William Demby: Tremendous mobility, 6 febbraio – 4 maggio 2025
Inaugurazione: 5 febbraio 2025, 17:30
MAD Murate Art District – piazza delle Murate, Firenze
Orari di apertura: martedì-sabato, 14:30 – 19:30.
https://www.murateartdistrict.it/george-adeagbo-divorando-le-pietre/
https://www.murateartdistrict.it/william-demby-tremendous-mobility/
http://www.blackhistorymonthflorence.com/