di Alessia Di Giosio

 

Al Museo di Storia Naturale La Specola ha inaugurato “A Bit of Beetle”, la mostra temporanea dedicata a una particolare specie di coleottero che si può trovare anche a Firenze. A Bit of Beetle è un progetto di ACTvertising, ideato e promosso da WE RAD, agenzia di comunicazione nonché società benefit che promuove la sostenibilità e la biodiversità, in collaborazione con Università degli studi di Firenze – Sistema Museale di Ateneo e realizzato grazie alla partecipazione di diversi esperti e partner. Sarà possibile visitare gratuitamente l’esposizione fino al 14 febbraio all’interno della sala polifunzionale del museo.

 

Il Maggiolino marmorizzato, protagonista della mostra

Il cuore della mostra è il modello 3D in grande scala del Maggiolino marmorizzato (Polyphylla fullo), una specie di Coleottero appartenente alla famiglia Scarabaeidae. Prediligendo habitat di collina e montagna, di notte i maschi volano alla ricerca delle compagne che vengono individuate grazie a dei sensori presenti sulle antenne, mentre durante il giorno riposano sui tronchi e sui rami degli alberi. Il Maggiolino marmorizzato è uno degli abitanti più affascinanti dei nostri ecosistemi: si distingue per la sua livrea scura con screziature bianche di apparenza marmorea. Il suo ruolo nell’ecosistema è quello di contribuire alla decomposizione del materiale organico nel suolo migliorando il ciclo dei nutrienti, ma la sua vita è sempre più minacciata dalla mano invasiva dell’uomo che altera e distrugge il suo ambiente naturale.

L’obiettivo della mostra interattiva

L’intento dell’installazione è sensibilizzare le persone alla bellezza e l’importanza di un animale così piccolo rendendolo grande grazie alla tecnologia 3D. Chi visiterà la mostra potrà vivere un’esperienza di gamification, giocando e personalizzando il modello di Maggiolino marmorizzato di cui si possono osservare i dettagli grazie a video mapping e controller digitali che si trovano all’interno di una grande scatola interattiva.

«Abbiamo creato da zero il controller mappando l’animale, che poi abbiamo riprodotto tridimensionalmente. Per rendere l’installazione ancora più immersiva e avvolgere maggiormente il visitatore nell’esperienza, abbiamo fatto anche un lavoro di sound design», rivela Matteo Chiti di WE RAD. Come la maggior parte dei Coleotteri, il Maggiolino ha una fase larvale molto lunga, che dura anche anni e una fase adulta di pochi mesi; ogni stadio di sviluppo è legato al mantenimento di delicati equilibri ecologici e all’integrità degli ecosistemi.

«L’obiettivo della mostra è sensibilizzare e proteggere il nostro patrimonio naturale, mettendo in luce la preoccupante rarefazione del Maggiolino marmorizzato nella città di Firenze, dovuta alla distruzione del suo habitat naturale, come avvenuto la scorsa primavera lungo le rive dell’Arno», spiega Bianca Borri, fondatrice di WE RAD. Recentemente, infatti, è stato distrutto uno degli habitat di maggior rilievo per il Maggiolino nella nostra regione: il Lungarno Vespucci, a Firenze e, nonostante l’importanza scientifica dell’area e le numerose segnalazioni, le normative nazionali e internazionali a tutela di questa specie sono state ignorate.

La mostra, e in particolare il gigantesco Coleottero al centro della sala del Museo di Storia Natura la Specola, fa riflettere sull’importanza che gli esseri viventi hanno nell’ecosistema, perfino quelli che spesso passano inosservati per le loro dimensioni. Sorge spontanea, allora, una domanda quasi esistenziale: quanto ci si può sentire piccoli in un mondo in cui tutto pare essere più grande? E, quindi, cosa possiamo fare per portare un contributo positivo al nostro ecosistema?

Bianca Borri (WE RAD), David Caramello (Ateneo Fiorentino), Matteo Chiti (WE RAD)

 

“A Bit of Beetle. I Coleotteri, piccoli guardiani dei nostri ecosistemi”
Museo di Storia Naturale – La Specola (via Romana, 17)

Visitabile gratuitamente fino al 14 febbraio
da martedì a domenica
dalle 9 alle 17 nella sala polifunzionale

Per maggiori informazioni:
https://beetle.we-rad.com/

 

Crediti fotografici: Agenzia di comunicazione WE RAD