Algorave? Una tech performance dove musica e visual sono generati da algoritmi: l’artista compone il proprio live utilizzando una serie di codici sorgente che, attraverso specifici software, vengono tradotti sotto forma di suoni e/o immagini. Ed è proprio con il live coding che un nuovo progetto fiorentino ha scelto di lanciare il suo primo evento.
Giovedì 29 dicembre 2022, POP APE ha presentato al Fermino (in Borgo Santa Croce 31r, Firenze) una proposta che intercetta arte, tecnologia e intrattenimento con l’intento di normalizzare la proposta di pratiche artistiche innovative all’interno di momenti dedicati alla socializzazione, come quello dell’aperitivo o del pre-cena. Itinerante e temporaneo, POP APE è un incubatore di artisti e artiste emergenti che si serve di strutture preesistenti per offrire a performers, creative coders, visual artists, sound designers nuovi luoghi e occasioni di sperimentazione.
Uno spazio che vale molto soprattutto per permettere a pubblici neofiti di accedere alla cultura dell’arte generativa e dei linguaggi sperimentali. La parola algorave nasce infatti dall’unione di algorithm e rave per indicare l’intersezione tra la scena dei rave party e quella della musica generata da algoritmi che, forse per la prima volta a Firenze, POP APE ha portato all’interno di un contesto capace di intercettare sia gli insider del settore, sia le persone digiune da questo tipo di esperienza. Un altro elemento inusuale è rappresentato dalla possibilità per l’artista computazionale di performare in live stream senza essere fisicamente presente in loco: è il caso di Luisa Mei e CODIE, due delle creative coders – proposte nella line up di POP APE lo scorso dicembre – che hanno composto audio e visual dagli Stati Uniti.
Le fondatrici del progetto, Isea Karsli e Alessandra Barabaschi, hanno rilevato un’alta richiesta di partecipazione da parte di artisti e artiste dalle geografie lontane; dunque, sull’onda di questo forte entusiasmo, domenica 12 febbraio POP APE propone un workshop di live coding, al quale seguiranno tanti altri eventi. Nel lungo termine invece, questo nuovo hub artistico si convertirà in un centro d’arte sperimentale per la città.
Il nome e l’identità sono già state pensate. Dalla combinazione di human e del vocabolo francese menagerie (serraglio, zoo), Humangerie intende costituirsi come comunità di pratiche innovativa, un nuovo presidio culturale, non più solo nomade e temporaneo, ma permanente e radicato nel tessuto urbano fiorentino. Un luogo di riferimento per creative coders ma anche per altre espressioni che troveranno nuove formule di ibridazione con l’arte generativa e quella culinaria. I prossimi algorave, workshop ed eventi? Su @popape.firenze.
Credits foto: Isabella Tamayo