Un corpo rosa e scalpitante che balla, si esprime, si supporta. Pink Sound Systers è un collettivo nato per creare spazi dedicati alla musica e alle arti performative e visuali, promuovendo una cultura della festa inclusiva, scenografica, protetta. Inclusiva per accogliere anime e corpi che non rispondono ai paradigmi eteronormativi e di conformità. Scenografica per portare esperienze diverse nei locali e incoraggiare la libertà espressiva. Protetta perché i dancefloor riuniscono un sistema eterogeneo di soggettività, ognuna con il proprio modo di relazionarsi che non sempre coincide con quello dell’altra. Proprio su quest’ultima istanza, il collettivo ha avviato una conversazione interna suggerita dalle esperienze personali e dalla comune volontà di prendersi cura di tutte le persone che partecipano alla festa.
Dancefloor Care project
Nel settembre 2022, le Pink insieme a Dj Leblond e Ale Conti partoriscono Dancefloor Care project, un progetto di affissione di manifesti dai messaggi sensibilizzanti da introdurre durante le proprie serate e in quelle dei locali dove vengono invitate. Una pratica catturata nei club berlinesi e trasferita sulla scena musicale fiorentina per invitare a rispettare la sensibilità di ogni individuo, per ricordare che anche l’ambiente della festa può risultare challenging, per promuovere luoghi più sicuri dove ogni persona possa muoversi senza paura. Please take care of each other. No è no. Non fartelo ripetere questo è consenso. Curami, curati, curaci. Sii te spesso. Sono alcuni dei claim utilizzati per comunicare quanto la qualità dell’energia di una serata sia interdipendente dalle azioni del singolo individuo che, nel scegliere di far parte di qualcosa, aderisce a un altro tacito accordo: la responsabilità di ciò che accade è sempre condivisa.
Le “addette alla cura”
L’interazione senza consenso con un altro corpo, una molestia fisica o verbale, un momento di disagio causato da un problema interno, l’abuso di una sostanza, un attacco di panico; a chiunque capita di trovarsi in una condizione di fragilità e di desiderare empatia, supporto o comprensione da parte delle persone vicine, che siano amiche o sconosciute. Anche per questo motivo, le PSSY hanno introdotto delle figure ‘addette alla cura’, vestite con dei gilet rosa fluo che siano facilmente riconoscibili durante la festa come punto di riferimento in caso di bisogno.
L’intenzione di proteggere l’energia del dancefloor e di coloro che vi partecipano non è però equipollente alla garanzia di una “sicurezza” personale: non possiamo decidere o agire per le altre persone, ma possiamo porci in una condizione di ascolto, manifestando la nostra solidarietà. Uno dei primi locali fiorentini ad accogliere l’iniziativa è stato il Combo Social Club che ha scelto di tenere i manifesti come affissione permanente all’interno del locale. L’identità visiva di questo progetto e dello stesso collettivo è marcatamente rosa, un colore “affibbiato al genere femminile nel XX secolo come etichetta limitante di cui ci vogliamo riappropriare”, riportano nel manifesto. Le PSSY sono famiglia e casa, libertà fluida e sorellanza. Sono tenerezza “armata di arti brillanti con le quali cambieremo se non il mondo, almeno uno spicchio”.
Credits foto: Manifesto Pink Sound SYsters