Il 21 gennaio 2023 l’etichetta fiorentina Dio Drone spegne dieci candeline e festeggia con il festival “Decade” al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Ne parliamo con il suo “black heart” Nàresh Ran:

A parte la leggenda psichedelica narrata nell’evento ufficiale del Festival, ci racconti com’è nato Dio Drone?

“Adoro le leggende, specie se ben raccontate e quando nascondono un po’ di verità. Dio Drone è effettivamente stato un big bang sonoro, un piccolo vulcano che ha messo in luce un magma già esistente ma estremamente sotterraneo. L’etichetta nasce ufficialmente nel 2013 dall’esigenza di mettere insieme musicisti local che stimavo e creare una “scena” tutta nostra. Produrre dei dischi è di fatto dare il proprio contributo perché qualcuno lasci un segno tangibile del proprio passaggio sul pianeta, ed è quindi qualcosa che per me sarà sempre estremamente importante, ma la storia non è tutta qui. Dio Drone rappresenta il mio modesto tentativo di restituire ciò che il mondo sonoro mi ha dato fin da piccolo, salvandomi in ogni modo possibile. Di fatto, dopo essermi sentito un outsider per 33 anni, è stato come creare una gang di miei simili per fare più baccano possibile”.

Decine e decine di release ed eventi marchiati dal tuo nome e dalla tua grafica inconfondibile. Quale è la missione di Dio Drone sulla Terra?

“A onor del vero, sebbene la label sia uno specchio fedele della mia persona, gran parte dell’estetica deve tutto alla mano di Coito Negato, illustratore fiorentino unico nel suo genere e dallo stile inconfondibile. Dio Drone vanta la collaborazione di persone che stimo moltissimo e che hanno sempre contribuito a realizzare praticamente tutti gli eventi di questi 10 anni elettrici. Niente sarebbe stato lo stesso senza Leonardo Granchi [aka Bad Girl], Gabriele Gabo Fabbri [Nudist], Stefano Matteoli, Nicola Savelli, Alessandro Maffei, Niccolò Gallio e una manciata di amici che hanno visto questa piccola realtà farsi le ossa e crescere negli anni. Credo che il punto fondamentale sia la condivisione, sia all’interno che all’esterno. E, di nuovo, fare un gran baccano”.

Tra i mille, c’èun aneddoto in particolare che ti è più caro di questi dieci anni?

“Un sabato mattina qualsiasi di tre anni fa, mentre mi trovavo in tour con Nudist e Hate & Merda, ricevo un messaggio su FB da un profilo che ha tutta l’aria di essere fake. Dice di essere Iggor Cavalera (e tra parentesi specifica ‘Sepoltura’, come se il nome mi fosse nuovo) e si complimenta per il lavoro della label che dice di seguire da diverso tempo. Va a finire che pochi mesi dopo sono seduto con Gabo e Leonardo in un tourbus a Treviso, e di fronte a noi c’è davvero lui. Parliamo di musica, ci racconta aneddoti incredibili delle sue scorribande di una vita e poi d’istinto, senza crederci davvero, gli propongo di suonare a un nostro festival. Quell’incontro ha ribilanciato molte di quelle delusioni contro cui ho dovuto scontrarmi in questi anni, dimostrandomi che nessun musicista è davvero chissà chi, manco dopo 100 anni in Amazzonia, se non è in primis una gran persona”.

Parlaci della fantastica line up del Festival

“Il 21 gennaio Dio Drone compie ufficialmente 10 anni, e se ci penso ancora non mi sembra possibile. Dopo due anni di “silenzio” sento un fortissimo bisogno di festeggiare in modo adeguato e i nomi erano già nella mia testa da un pezzo. Iggor, da sperimentatore qual è, ha accettato subito con entusiasmo l’idea di performare un solo set, così come i Jealousy Party (icone storiche della Firenze più estrema), Gasparotti e Petrolio. É buffo da dire, ma la sento davvero come una serata tra amici”.

Quale consiglio ti senti di dare all’eroe di turno che ha voglia di iniziare un’esperienza simile alla tua?

“Scappa e non voltarti più indietro! Ma se proprio te la senti metti in piedi qualcosa che ti rispecchi, e che ti faccia sentire bene nonostante le ansie quotidiane. Io sono in costante esaurimento nervoso, ma questi 10 anni sono stati i migliori della mia vita”.