di Leonardo Cianfanelli

SHEARWATER
The Great Awakening
(Polyborus) 

Dopo sei anni di latitanza gli Shearwater di Jonathan Meiburg lasciano mamma SUB POP e approdano su Polyborus per il nuovo album “The Great Awakening”. Dopo aver esplorato i vari mondi dell’indie-rock, dalle derive più sintetiche a quelle più chitarrose, gli Shearwater invertono la rotta verso inediti territori barocchi e arty, diluendo messaggi altamente spirituali in tracce spesso lunghe e dilatate. Fiati e archi che sembrano strizzare l’occhio al Prog lasciano il posto a episodi più minimali dove la splendida voce e il respiro di Meiburg illuminano un arpeggio di chitarra. Dopo essersi dedicato alla scrittura, Meiburg torna con un lavoro ispirato e incentrato sul tema della speranza che si scontra con la disperazione, bellezza sussurrata che ha bisogno di tempo per essere assimilata.

WILCO
Cruel Country
(dBpm Records) 

“Amore” è la prima parola che ci viene in mente quando pensiamo agli americani Wilco, un rapporto unico e speciale che si è creato in quasi trent’anni di carriera tra la band e noi fan sfegatati. La band di Chicago ritorna alle radici country degli esordi con il nuovo “Cruel Country”, un album volutamente rétro che ripercorre la musica che ha influenzato le produzioni di Jeff Tweedy prima con gli Uncle Tupelo e poi con gli Wilco. Nato da jam infinite negli studi The Loft utilizzando principalmente strumenti acustici e originato dall’abbondante materiale partorito da Tweedy durante la pandemia, “Cruel Country” suona fresco e frizzante, anche negli episodi più lenti e romantici, impreziosito dalla voce dello stesso frontman carica di nuove sfumature ed espressività.

WEIRD NIGHTMARE
Weird Nightmare
(SUB POP) 

Alex Edkins, cantante e chitarrista dei METZ, mette in pausa il suo incredibile power-trio e presenta il debutto omonimo del progetto solista Weird Nightmare. Con l’aiuto di qualche amico tra cui il compagno di etichetta Chad VanGaalen e Loel Campbel dei Wintersleep, Edkins abbandona in parte i suoni più rumorosi e discordanti dei METZ per dedicarsi a qualcosa di più fruibile e melodico, seppur rimanendo dentro la sua contorta visione di fare musica. I ritornelli catchy da canticchiare sullo skate riportano alla mente gli Hüsker Dü e le ultime cose fatte dal loro cantante/chitarrista Bob Mould: 35 minuti concepiti con l’attitudine e il divertimento DIY da cameretta, dopo un’accurata selezione di quasi 10 anni di demo, che sono diventati per Edkins un’ottima via di fuga in tempi pandemici.