Identità nel segno dello sport e della bellezza
Esattamente al di sotto degli Uffizi, in quelli che un tempo erano gli spazi delle Scuderie Medicee (provate dal residuo della pavimentazione originale quattrocentesca sulla quale “ha posato gli zoccoli” il cavallo di Lorenzo il Magnifico) e poi degli Archivi di Stato durante la stagione di Firenze Capitale, ha sede dal maggio 1933 la Società Canottieri Firenze, un marchio inconfondibile di identità, tradizione e passione sportiva.
“I nostri valori sono il canottaggio e i giovani” dice il presidente Michele Nannelli, “ed è ai giovani che cerchiamo di trasmettere – grazie a quella che a tutti gli effetti è una famiglia prima ancora di una società – l’identità cittadina, nel segno della bellezza e della preservazione della cultura e del paesaggio”.
La società vanta infatti circa 600 soci di ogni età (spesso affiliati da più di una generazione), che “a differenza degli iscritti sono parte integrante del progetto”.
Ed è proprio grazie ai soci che la società continua a mantenere la propria indipendenza economica e la propria autonomia identitaria. Sopravvivere alla pandemia non è stato facile, ma grazie al contributo degli stessi soci, alla disponibilità di uno spazio all’aperto unico al mondo e al fatto che la società è iscritta al CONI (e i canottieri hanno quindi potuto continuare ad allenarsi anche in zona rossa) oggi tutti i locali a disposizione (bar e ristorante compresi) sono stati riaperti e sono pronti a offrire uno scorcio della città, che in pochi possono concedersi.
La società non è però solo un emblema della tradizione culturale e sportiva, ma anche un faro per il mantenimento della pulizia e del decoro delle sponde dell’Arno. È infatti grazie al contributo di Unicoop Firenze che sono stati istallati sul molo dei seabin, ovvero dei particolari filtri-raccoglitori di nanoplastiche altrimenti nocive per l’ecosistema e la fauna fluviale: in poche settimane ne sono state raccolte oltre 5 kg.
Una storia lunga ormai quasi 150 anni (il primo circolo risale al 1888) è anche ricca di tracce evidenti, che emergono dalla sala assembleare agli spogliatoi, fino al deposito delle imbarcazioni: si annoverano pezzi d’epoca unici, tra cui una canoa 8+ senza navigatore, risalente agli anni del Fascismo. Tutte le imbarcazioni d’epoca, recuperate e restaurate dopo l’alluvione del 1966, che devastò la sede, sono esposte e all’occorrenza pronte per essere messe in acqua. Quello che appare è un presidio di cui Firenze può essere orgogliosa e che non intacca, ma anzi valorizza il tessuto culturale del centro storico.