di Michele Baldini e Virginia Landi
La tecnologia corre veloce, le cose cambiano a vista d’occhio, la nostalgia, talvolta, incombe. Cos’era la vita senza l’online? Cos’era la vita senza il coprifuoco? Difficile da dire con esattezza. Ci sentiamo a tratti incerti, frastornati, debolmente entusiasti, fisicamente o mentalmente impreparati. Di seguito vi ricorderemo alcuni dei motivi.
Scusa il vocale /skuza il ‘voka:le/ (Espressione comune, la parola “vocale„ contrae l’espressione “messaggio vocale„). L’abitudine è sempre più diffusa: quella maledetta icona con il microfono sulla chat di Whatsapp è ormai diventato il pulsante salvavita per le conversazioni a senso unico. Ma se il flusso di coscienza può essere rilassante e catartico per chi lo lascia scorrere, più controverso è il ruolo del ricevente, spesso nell’imbarazzo di non sapere cosa rispondere, quando e come («scrivo o registro anch’io?»). La recente introduzione dell’acceleratore di riproduzione è un sollievo solo parziale. Da qui il disclaimer di cui all’oggetto, che quasi ogni volta introduce (per senso di colpa dedotto) il resto del messaggio.
Lockstalgia /lɒk.ˈstæl.dʒə/ dall’inglese Lockstalgia (sentimento di nostalgia per il periodo di lockdown da pandemia di covid-19). L’hai sofferto, l’hai detestato, ti sei lamentato a più non posso e adesso questo lockdown, come molte delle cose che nel tempo hai maledetto e poi malamente abbandonato, un po’ lo vuoi nuovamente, lo agogni, insomma, ti manca. La Lockstalgia non è altro che la nostalgia per il periodo passato tra le mura di casa, a guardar fuori dalla finestra, a sperimentar ricette, a consumarti gli occhi alla tv o su Netflix, a finire di leggere quel libro. La Lockstalgia sono quei momenti in cui hai spostato l’ufficio dal divano alla poltrona e dalla poltrona alla scrivania, fino alla cucina e poi di nuovo, al divano. Un periodo che ha fatto nascere un’infinità di termini come Quaranteam, gruppi di persone che vanno in quarantena insieme. Una condizione che è diventata un mantra. E adesso? Per gradi, torni ad uscire, a condurre una vita sociale, sei costretto a parlare, ad andare in ufficio, a ottimizzare il tempo. Come disse Antoine De Saint-Exupéry: “La nostalgia è il desiderio di non si sa cosa”. Ma tutti sappiamo che un po’ ci manca il pigiama. Per fortuna che è estate. Michele