di Michele Baldini e Virginia Landi

In questo numero facciamo una piccola incursione nei termini sempre più contaminati degli under 27, ovvero la Generazione Z, sperando di non cadere in fallo ed essere sempre più scambiati per dei boomer (dopo tutto siamo ancora Millennials). Questa è la generazione che – citando un’amica insegnante – non usa lo smile, ma scrive nei messaggi “lol”, che usa il “vola tutto” al posto del “bomba” e che nonostante problemi psicologici sempre più conclamati e irreversibili vive in stretta sinergia con la lingua inglese e gli strumenti informatici.

Flexare /fle-ksa:-re/: neoformazione idrida, dall’inflese to flex: ostentare, mostrare i muscoli.Speculazione testuale dell’emoji corrispondente al bicipite retroflesso. Nonostante l’orecchio (e la necessità grave di recuperare un corretto equilibrio sonno-veglia) possa associarlo a numerose marche di materassi, per il gruppo target di questo numero descrive un’ostentazione spudorata di doti o qualità, siano esse fisiche, culturali, economiche. Es. Flexo di brutto in giro la copia di giugno di Lungarno che ho preso per primo.

Zoombombing /zuːm ˈbɒmɪŋ / dall’inglese Zoombombing: (L’atto di disturbare lo svolgimento di una videoconferenza su piattaforma digitale con interventi o contenuti non pertinenti).

Per Zoombombing si intende l’intrusione indesiderata di soggetti esterni all’interno di una videoconferenza. I disturbatori interrompono generalmente lezioni scolastico-universitarie, riunioni di lavoro, seminari, eventi che si tengono all’interno di piattaforme come Zoom o Google Meet, con grida, suoni striduli, materiale esplicito o violento e con un’unica motivazione: noia. Un trend che, inutile forse specificarlo, si è verificato proprio quando l’alternativa al “video-incontro” non era possibile. Era chiaramente il 2020. Era chiaramente un momento già complesso. Un momento in cui le menti umane sono troppo impegnate in cose serie, quando per la testa finalmente passano le grandi intuizioni. “Perché no. Perché non creare un nuovo fenomeno sociale e di disagio?”. Perché le disgrazie non vengono mai da sole, ma questo ormai lo abbiamo imparato.