Firenze NoCost che scrive di moda per Lungarno? Sì, la realtà surclassa la fantasia. Partendo da un capo di abbigliamento la guida (anti)turistica più pazza che ci sia ci racconta il passato e il presente di grandi uomini e lucenti donne che Firenze l’hanno resa unica e senza tempo. Perché lo (bello) stile è tutto.

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IERI

Se qualcuno dice “Medici” il pensiero va ai soliti: Cosimo il Vecchio, Piero, Lorenzo il Magnifico. Eppure il nome che portò più di tutti la fiorentinità in Europa fu quello di una donna, la nostra amata Caterina de Medici. Sposa di Enrico II di Valois, Caterina portò alla cinquecentesca corte parigina mezza Firenze: vestiti, cuochi, vivande, ricette, suppellettili varie. Per esempio, iniziando dalla valigia delle cose strane, la nostra Cate introdusse in Francia un oggetto atto a mangiare che ai parigini suonava proprio strano: la forchetta. Eh sì, mesdames et messieurs, da ora non si mangia più con le mani! E tra una forchetta e l’altra la regina portò Oltralpe anche un pezzo d’abbigliamento per nulla in voga tra le donne: le mutande, che fino ad allora erano appannaggio dei soli ometti. Mutande, mutande per tutte!
Passando poi alla grande cucina, fulgida stella di Francia, rammentiamo che prima del suo arrivo i cuochi parigini usavano insieme sale e zucchero. Carni, pesce, verdure… tutto assumeva un sapore dolce-salato che evidentemente tanto piaceva. Esatto: che schifo! Fu Caterina a imporre la modernità gastronomica del dolce da una parte e del salato dall’altra. E non finisce qui: la canard à l’orange (l’anatra all’arancia)? Figlia del papero al melarancio tanto amato da Caterina. La soupe à l’oignon? Di certo parente della carabaccia, l’umile zuppa di cipolle. Insomma, fra i celebri signori della dinastia medicea, forse qualcosa in più che un posticino d’onore proprio se lo merita, questa Caterina, fiorentinissima regina di Francia. Non credete?

Di Marco Tangocci e Davide Di Fabrizio

OGGI

La nostra fiorentina portò numerosi contributi alla corte di Francia. Fu proprio lei, per esempio, che promosse l’uso delle mutande anche fra le nobildonne d’Oltralpe. Il termine “mutanda” nasce nel Medioevo e deriva dal latinomutare”: ciò che si deve cambiare. La svolta delle mutande avvenne proprio nel Cinquecento con Caterina che le introdusse per permettere alle donne maggiore libertà di movimento. Prima erano unicamente appannaggio degli uomini e poche donne potevano permettersele; e se le avessero indossate sarebbero state considerate addirittura sconvenienti. Nel corso del tempo le mutande si sono evolute per poi entrare, per ovvie ragioni, a fare parte del guardaroba di ognuno di noi, in svariate forme.
Sapete che si possono comprare anche in posti diversi dalle solite, commerciali catene? Facciamo un tour dalle mercerie ai negozi più fichi per ciò che riguarda il mondo dell’intimo. 

di Teresa Vitartali

MERCERIA DELCOR
Via della Spada, 14r

LA PERLA
Via degli Strozzi, 24r

L’INTIMO DI NIDIA
Via Faenza, 70r

MERCERIA REBECCA
Viale delle Magnolie, 17

LOVES INTIMO
Borgo la Croce, 91