Fra i tanti appelli alla responsabilità, alla civiltà, alla vicinanza gli uni gli altri, al “qualcuno pensi ai bambini”, fra le catene di Sant’Antonio, le sottoscrizioni da firmare e il fiorilegio di opinioni di questo periodo molto, molto, ma molto particolare, ho trovato contemporaneamente su tre conversazioni Whatsapp anche l’appello per aiutare i piccioni cittadini. 

Se non altro mi ha strappato un sorriso. Però rilancio. Perché ho anch’io un modello da promuovere: Gelsomina. 

Gelsomina è la criceta dorata (dalle sembianze alquanto rattesche) che convive con noi. Perché un modello? Molto semplice:

  • vive in una gabbia quasi tutto il giorno, in cui mangia, dorme, svolge i suoi compiti (sbriciolare fogli di carta igienica) e dovrebbe fare (ma non fa mai) ginnastica (la ruota);
  • è sovrappeso e predilige spuntini fuori orario (piccoli pezzi di frutta fresca, crackers) alla dieta regolare (semi e biscotti “hamster-specific”);
  • ha una mezz’ora d’aria al giorno, in cui la lasciamo libera di scorrazzare per l’appartamento. In questo (è molto umana), sceglie sempre i luoghi più angusti per sfuggirci alla vista, come intercapedini tra mobili e pavimento, crepe nei muri, non di rado si anfratta nel secchio del multimateriale, rischia persino la vita scaraventandosi a terra da superfici la cui altezza supera circa cinque volte la sua;
  • comincia a soffrire la nostra presenza costante, le nostre mani su di lei e il sovraffollamento interno, dimostrando con gesti di stizza il suo disappunto (demolisce nottetempo la piccola scala mobile in plastica per l’accesso ai vari piani della gabbia impedendoci un sonno fluido e continuativo, gratta e morde ostinatamente la copertura del divano, ecc.).

Insomma è uno specchio simpatico delle nostre abitudini migliori e peggiori. Detto questo le vogliamo molto bene e ci aiuta anche a prendere le misure di questi tempi con più leggerezza. Cioè come un criceto.

Allora il mio pensiero va a tutti quei piccoli animali che – per quanto non brillino in fotogenìa, sensibilità, intelligenza e affetto dimostrabile, condividono con noi (che lo vogliano o no) gli imbarazzi e le gioie della quarantena, seppur dall’interno delle loro gabbie, lettiere o teche:

  • pappagalli, canarini e volatili in generale;
  • tartarughine d’acqua e altri rettili più o meno esotici;
  • pesci d’acquario;
  • conigli da appartamento, cincillà, topi, insomma roditori a piacere.

Un sincero grazie.

FATE GIRARE!