Può capitare, a Firenze, di dover acquistare un appartamento, nel qual caso si contatterà un’agenzia e ci si rimetterà ad essa, fiduciosi. Si visiteranno immobili di sapore, attici di charme, seminterrati di pregio, e ben presto – inevitabilmente – si giungerà a una conclusione: a Firenze le case non esistono.
Esistono però i monolocali per amatori, che ammiccano birichini alle categorie PornHub più in voga, o per chi ama ardire le mansarde a doppia entrata, con toppe lubrificate da promettenti promesse. Si possono trovare villette frazionabili, porzioni di colonica o loft già frammentati, per i fan dello snuff in versione immobiliare. Vi sono oggetti di prestigio che non hanno un nome o un prezzo, e stanno lì a farsi guardare, come se non gli interessasse. Alcuni alloggi presuppongono una fervida immaginazione, perché saranno consegnati dopo importanti interventi plastici. Si potranno tuttavia manifestare preferenze riguardo ai dettagli, e suggerirle a decoratori scrupolosi esperti in trucco e ritocchi.
Verranno offerti laidi tuguri affini a rapide speculazioni, da affittare senza scrupoli su note piattaforme online. In seguito con l’introito ci si potrà recare all’agenzia di cui sopra e ricominciare da capo in turbinose volute di profitto.
Si scoveranno – ma è rarissimo – anche luoghi in cui in effetti abitare, una casa in forma di casa dotata di bagno, fornello, e balcone, su cui far decedere ortaggi che avrebbero preferito non essere mai piantati. Vi sarà tuttavia soffiata sotto il naso da un pensionato statunitense esperto in enologia o da un’agenzia di locazioni a breve termine del tutto ignara delle vie del karma.
Credits illustrazione: Lafabbricadibraccia