Quando entro da Videodrome in Via Magenta 85 a Livorno trovo Federico Frusciante, youtuber da 40.000 iscritti e proprietario della ormai celebre videoteca, dietro al bancone intento a chiacchierare animatamente con degli amici. “Questo è come un dopolavoro solo che qui non lavora nessuno!” mi avverte Frusciante, aria decisamente da duro che svanisce dopo un nanosecondo per lasciare il posto a un vivace e genuino entusiasmo, che invece sta lavorando anche in quel momento. È infatti intento nel montaggio di un monumentale video monografico su Ridley Scott della durata di 3 ore.Accendo il registratore e lui ammonisce i suoi amici con un “Fate piano, bestie!”, loro si dileguano, e noi cominciamo.

 

In uno dei tuoi ultimi video parli del fatto che i giovani, con l’utilizzo esasperato dei social, hanno perso l’abitudine allo stare soli con se stessi. Quanta solitudine c’è stata invece nella tua formazione?

“Da adolescente io volevo stare solo. Essendo tendenzialmente depresso mi ha aiutato a conoscere quelle cose che non interessavano ai miei coetanei. Mi importavano la musica, il cinema, le donne e poco altro. C’è una parte buona della solitudine quando la si sceglie.Il sentirsi soli, quello sì che è aumentato a dismisura. Da qui il bisogno disperato di appartenere a qualcosa quando si dovrebbe imparare ad amare la solitudine, per apprezzare infinitamente di più la compagnia”.

Youtube è quindi un luogo di non incontro?

“Nonostante lo usi, ritengo Youtube un mezzo fascista. Io creo un video e chi lo guarda lo subisce. Certo, può commentare come vuole ma io posso, ‘fascistamente’, cancellarlo. Ci sono modi diversi per gestire Youtube e la popolarità che ne deriva, alle volte penso che vorrei realizzare video più curati, ma non ne ho il tempo. Non mi preparo mai. Salvo scrivermi i titoli e gli anni di uscita dei film di cui parlerò vado a braccio”.

A proposito di Avangers Infinity War hai detto che “i fan non hanno spirito critico”, a questo punto ti devo chiedere cosa ne pensi di Bohemian Rhapsody.

“Per definizione un fanatico non può avere spirito critico, mentre un ammiratore sì.  Premetto che i Queen non mi piacciono, ma ne riconosco la potenza e la fascinazione. Il film è agiografico, piatto, pieno di idiozie storiche e musicali. La cosa più grave è che non si vede mai la droga, di cui erano ben noti consumatori, o il sesso. Devi mostrarli gli eccessi del rock and roll sennò sembra di vedere la biografia di Pupo. È un classico esempio di ‘fanservice’, un’opera fatta per far litigare i fan. Sarebbe stato meglio in una struttura televisiva con tipo 4 puntate di 2 ore ciascuna”.

Ho quasi timore di porti questa domanda: il tuo rapporto con i telefilm?

“Ne guardo qualcuno, non vivo in un altro mondo. Non ne parlo perché per me guardarli è come fare la settimana enigmistica. Se devo fare un lungo viaggio in treno per esempio mi guardo una serie (ho apprezzato ‘American Horror Story’). In ogni caso mi compro un cofanetto di DVD, non sono abbonato a Netflix. L’utilizzo eccessivo dei social o delle piattaforme è una libertà fasulla che ci ha chiusi in delle gabbie. Così il cinema, fatto per creare qualcosa di artistico, finisce per non contare più nulla”.

Ultimamente hai aperto Patreon, la piattaforma che permette ai tuoi follower di finanziarti.

“Cerco di dare un servizio. Non è un vero e proprio pagamento, ma uno scambio. È qualcosa che mi permette di poter ricomprare dell’attrezzatura per registrare qualora si rompesse o di andare a un Festival e parlare dei film liberamente come ho sempre fatto”.

Qual è il film che aspetti con più impazienza in questo nuovo anno?

“Non direi che aspetto un film, direi piuttosto che aspetto un regista. Vorrei che qualcuno facesse fare un film a Carpenter, che in Italia si distribuissero più film di Takashi Miike e Sion Sono, vorrei vedere un nuovo film di Refn. Io aspetto il cinema, per come intendo io questa arte, che ormai, in sala, è rappresentato da 1 film su 30. Voglio autori, registi a rotta di collo”.

www.youtube.com/user/Frusciantone