“Oh Deanna, D-E-A-N-N-A”, cantava anni orsono il buon Nick Cave accompagnato dai Bad Seeds. Australiano lui, fiorentini noi. E per noi il nome Deanna, traduzione chiaramente mal trascritta dagli anglofoni cugini del nome della dea della caccia, non è appropriato per una donnaccia come lo fu per la rockstar dell’Oceano Pacifico. Per noi il Deanna era, ed è  a questo punto, il bar di riferimento di Piazza Stazione.

Il Bar Deanna ha riaperto ieri, dopo uno stop di oltre un anno, grazie ad un’eccellenza della pasticceria fiorentina che non si colloca in centro, perché anche oltre il centro c’è vita, e manco poca, oseremo dire. Certo non si può dire che il Bar Gaetano di Novoli abbia un nome “figo”, ma siamo entusiasti dell’investimento di questa attività su un progetto che da vita ad un esercizio commerciale importate a Firenze: segno che, come già detto, il centro non è l’unica Firenze importante. Perché il Bar Deanna non è un semplice bar, ma dal 1957 era il BAR di Piazza Stazione. Le sue vicende sono state ultimamente travagliate, come per una buona parte degli sporti fiorentini, la cui croce e delizia è sempre stato la voglia di conservarsi tali e quali nonostante le logiche di mercato commerciali abbiano remato spesso in controtendenza.
La notizia buona per Firenze è questa. Questo bar, fra i primi a Firenze ad avere la televisione è stato una culla per i viaggiatori di decine di anni fa. Questo bar è stato per anni un riferimento geografico per i capolinea dei bus, e lo è ancora per quanto riguarda un angolo di una piazza trasformata dallo sviluppo urbano ad uno svincolo di traffico.

“Ci vediamo da Mario, prima o poi” cantava il Liga parlando di Correggio. A Firenze, magari prima di un treno, potremo nuovamente dirci “ci vediamo al Deanna”. Magari sorseggiando un caffè davanti alla pupiana stazione di Santa Maria Novella, dove è festa se la Fiorentina vince e se nessuno parla male di Antognoni. Buon caffè.

 

 

di Riccardo Morandi