Marzo è il mese della rinascita, l’inverno lascia posto al primo sole caldo e l’aria profuma di mimosa. Siccome invece piove, quale migliore riparo se non un museo?

L’aver scelto un’artista della portata di Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013), dimostra la volontà di raccontare, attraverso le sue opere, anche la storia della giovane donna che all’età di soli venti anni – nel 1939 – decise di lasciare la Sardegna per proseguire i suoi studi prima a Roma, poi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove al tempo insegnava Arturo Martini.

Tale azione collettiva traeva ispirazione da un’antica leggenda popolare che tutti a Ulassai conoscevano: la storia di una bambina che, durante una terribile tempesta, abbandonò la grotta in cui si era rifugiata per seguire un nastro che volava, riuscendo così a salvarsi da una frana che travolse l’intero paese. L’insegnamento che sia la leggenda sia Maria Lai ci vogliono dare è che l’arte e la bellezza ci salvano la vita.

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