La convivenza tra automobilisti e ciclisti in città, si sa, è più complicata di quella dei separati in casa. In città come Firenze, poi, dove le strade sono strette, le macchine parcheggiate anche sui muri e le piste ciclabili a spizzichi e bocconi, la situazione è sempre a un passo dalla crisi di nervi. Ma basterebbe attuare pochi accorgimenti per renderci reciprocamente la vita più facile.
Galateo del buon ciclista urbano
- Se sai di essere in torto (perché stai viaggiando su un marciapiede, in senso vietato in una strada stretta, su una corsia preferenziale, sui piedi di un pedone che pur si trova su una pista ciclabile), sorridi, chiedi scusa e fatti da parte. Inutile insistere che quei piedi lì non ci dovevano stare e che se li mettesse dove non batte il sole.
- Se non hai luci né faretti non ti lamentare se poi le auto rischiano di schiacciarti.
- Se c’è una pista ciclabile nei paraggi, usala.
- Le strisce pedonali non sono una zona franca.
- Ricambia con un sorriso le offese degli automobilisti cafoni, perché non sanno quel che fanno. Anche perché riconcorrerli sarebbe un’impresa ardua, al netto di semafori favorevoli.
Piccoli consigli per sopportare i ciclisti
- Non c’è bisogno di sclacsonare al malcapitato ciclista urbano che viaggia sulla tua stessa corsia, se poco più avanti c’è un semaforo rosso e ti dovrai comunque fermare.
- Tutti abbiamo fretta di arrivare a casa quando piove, ma chi non ha un tetto sulla testa di più. Sii tollerante con i ciclisti in caso di pioggia.
- Ricorda che è sempre un motivo razionale a spingere il ciclista urbano a commettere azioni irrazionali. C’è un motivo se non sta sulla sua pista ciclabile: magari deve svoltare dal lato opposto, magari non è riuscito ad attraversare causa traffico o non ha tempo da perdere con i pedoni che gliela occupano. In ogni caso il ciclista non consumerebbe mai energie a casaccio.
- Non puoi prendertela con la bici che entra in mezzo di strada per scansare un automobilista come te che ha parcheggiato bel bello in doppia fila.
- Prova un giorno alla settimana ad andare in giro in bici, non lo diremo a nessuno.
di Francesca Puliti