Sembra una raccolta di fiabe dei fratelli Grimm, ma in realtà sono le band del terzo capitolo dell’Urban Blackout Contest, intitolato “Il Paradiso dell’indie rock”. Ora capirete perché.

Io Virginia e il Lupo sono tre giovani fiorentini che rispondono ai nomi di Giovanni Pontoni, Francesco Nesi e Giacomo Pierucci. Non saprei dire chi sia Virginia e chi il Lupo, figuriamoci l’Io narrante, ciò che è certo è che hanno scoperto da soli cosa fosse una chitarra elettrica nettamente prima de Le luci della Centrale Elettrica. I testi hanno un senso e questo nell’era delle supercazzole ad effetto non è mai un male.

I fiorentini Anna Irene Landi (basso), Pietro Santini (chitarra e voce), Pietro Galeotti (tastiere), Pietro Merlo (batteria), ovvero il Regno dei Ragni, affondano invece le radici nella prima era dell’indie italiano nuovo millennio. Di nuovo ci mettono contaminazioni ritmiche diverse per ogni canzoni. Ballate, incursioni elettriche, sfuriate folk, qualcosa che piace c’è sempre.

6e6dodici, ovvero il duo acustico pratese composto da Filippo Corsini e Massimiliano Lotti. Due chitarre e due voci, pochi fronzoli, virtuosismo e concessioni melodiche perché comunque la musica serve a sognare, altrimenti che l’ascoltiamo a fare. Pensate solo ad ascoltarli, i “retropensieri” lasciateli ai critici.

Il Colle, ovvero “ma quanto è bella la provincia”: ma non c’è niente di negativo, anzi. Cillo alla chitarra ritmica e voce, Cecco alla batteria e Darione al basso ci riportano alla genuinità delle nostre origini con il loro folk quasi sognante. Quasi, perché poi entra di prepotenza l’adolescenza scanzonata di chi della provincia si è anche un po’ rotto.

Ci sono adesso troppe band in classifica, quindi se volete sapere come si è aggiornata quest’ultima vi conviene andare sulla pagina Facebook dell’Urban Blackout, perché questo Mercoledì avremo i primi verdetti e alcune band faranno ciao ciao con la manina. Se volete valutarle, venite al Capanno, a Prato. Al solito.

 

 

di Andrea Biagioni