di Walter Tripi
Siete tra coloro che guardano film horror con la mano ben piantata sugli occhi, concedendovi solo fettine di strage per evitare un’intera notte a combattere con i fari delle auto che proiettano potenziali ectoplasmi sulle pareti di camera?
Beh, c’è un giardino di Firenze che potrebbe dare qualche soddisfazione al vostro masochismo.
Parliamo degli Orti Oricellari, a due passi da Santa Maria Novella, giardino di ritrovo per l’Accademia Platonica voluto dalla sorella maggiore di Lorenzo il Magnifico e dal marito Bernardo dei Rucellai, famiglia peraltro arricchitasi grazie ai tessuti di colore tipicamente rosso sangue. E così abbiamo aggiunto pure un po’ di splatter.
Solo a fine ‘500, però, questo luogo divenne una sorta di Sleepy Hollow del giglio: grazie al granduca alchimista Francesco I de’ Medici e alla compagna Bianca Cappello, zampillarono le celebrazioni negromantiche.
Il climax della fifa si ebbe però quando, a metà ‘600, i possedimenti passarono al Cardinale Giovan Carlo de’Medici, che non disdegnava vizi e studi tesi tra scienza, arte e occulto. Il Cardinale – ottimo titolo per un Gothic – vide bene di trasferire le proprie passioni in una nuova conformazione degli Orti, la cui estetica cominciò a rifarsi ai percorsi iniziatici e richiamare costantemente l’alchimia. Tra i quattro elementi, l’acqua la faceva da padrona e perfino Polifemo, nella sua gigantesca statua ancora visibile, è raffigurato mentre beve da un otre. Buona la scenografia, Giovan.
Ciliegina sull’angoscia, però, non può che essere un omicidio: quello perpetrato proprio dal Cardinale ai danni di un rivale in amore, che dopo essersi lasciato troppo coccolare da vino e cibo, venne lasciato annegare nel profondo stagno che circondava il luogo dei banchetti. Ora, nonostante gli sforzi per gonfiare gli aspetti più macabri di questa storia, probabilmente non sono comunque riuscito a farvela leggere a fettine. In ogni caso, questa sera, al rientro a casa, io un’occhiata a specchi e soffitte la darei.