Un viaggio nel cuore pulsante dell’arte che ha cambiato le regole del gioco. Così si presenta “Arte Povera. La bellezza dell’essenziale”, la mostra che dal 17 aprile al 27 giugno anima la sede di Tornabuoni Arte, affacciata sul Lungarno Benvenuto Cellini. Un omaggio vibrante a uno dei movimenti più sovversivi e poetici della seconda metà del Novecento, nato sotto la spinta visionaria del critico Germano Celant.

Le origini del termine

Nel 1967, Celant coniava il termine Arte Povera sulle pagine di Flash Art, con un testo provocatorio che descriveva un gruppo di artisti operanti a Torino il cui lavoro si spingeva oltre i confini dell’arte e delle sue istituzioni, in totale controtendenza all’egemonia culturale del dopoguerra e alla mercificazione del mondo dell’arte. Artisti dalle pratiche più̀ disparate, mossi da stimoli e sollecitazioni simili, accomunati da una ricerca dell’essenziale e una profonda messa in discussione del rapporto tra uomo e natura. Pur non avendo mai firmato un manifesto, molti di loro continuarono a esporre insieme, sotto l’egida del movimento. E sebbene alcuni si siano allontanati dall’estetica poverista nel corso del tempo, il loro lavoro ha continuato a portare l’influenza di quegli anni formativi.

Gli artisti in mostra

La mostra riunisce opere storiche di artisti ormai leggendari come Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio. Un nucleo potente, che racconta la varietà e l’intensità delle loro ricerche, tra materiali “poveri”, gesti minimali e carica rivoluzionaria.

Boetti, ad esempio, è presente con opere emblematiche come Mimetico (1967), realizzata proprio per la prima mostra sull’Arte Povera organizzata da Celant a Genova, e Mettere al mondo il mondo (1975), una raffinata riflessione visiva su tempo e linguaggio, tracciata con una semplice penna biro.

Mario Merz, con i suoi lavori su carta e cartone, porta in mostra la potenza di un’arte capace di coniugare istinto primordiale e impegno politico. Accanto a lui, Pier Paolo Calzolari intreccia poesia e materia con lavori fatti di materiali “poveri” e alternativi, naturali e deperibili, come sale, tabacco, foglie, candele su cartoncino.

Non mancano artisti “irregolari”, ai margini della mappa ufficiale dell’Arte Povera ma vicini per affinità e linguaggio. È il caso di Gianni Piacentino e Mario Ceroli, “precursore poverista” con le sue opere fatte di stracci, cartoni e legno, tra cui spiccano Gloria eterna ai caduti per la pittura (1972) e Serata di gala (1981).

Il percorso espositivo restituisce tutta la forza di un movimento che, pur nato oltre mezzo secolo fa, continua a parlare al presente.

Arte Povera. La bellezza dell’essenziale
Tornabuoni Arte – Firenze, Lungarno Benvenuto Cellini 3
fino al 27 giugno 2025

Info mostra