di Agata Virgilio
Dal 4 al 6 aprile torna a Campi Bisenzio il Festival di Letteratura working class, arrivato alla sua terza edizione. Nella cornice del presidio ex Gkn, si rinnova l’atteso appuntamento con l’evento dedicato alla letteratura della classe lavoratrice. Slogan dell’edizione 2025 è “Noi saremo tutto”, omaggio allo “We Shall Be All” degli Industrial Workers of the World, mitico sindacato rivoluzionario di Chicago.
Abbiamo intervistato il direttore artistico del Festival, Alberto Prunetti, scrittore e direttore della collana Working Class di Edizioni Alegre.
Il vostro Festival è preceduto da un esempio d’oltremanica, quello del Working-Class Writers Festival di Bristol, 2021. Quali le affinità e le divergenze tra l’esperienza di Bristol e quella di Campi Bisenzio?L’esperienza di Bristol, dove sono stato invitato nell’autunno 2021, mi ha dato l’idea che la letteratura working class potesse guadagnarsi un festival, uno spazio dedicato. È stato un evento molto bello, soprattutto per me che a Bristol ero andato vent’anni fa come lavoratore emigrato, finendo per fare lavori a paga sindacale minima. Ma al tempo stesso, dato che da mesi ero già impegnato come attivista nella lotta GKN, a Bristol ho sentito la mancanza del calore dei lavoratori. Eravamo tutti scrittori. Certo, scrittori con un background working class, ma visti da fuori eravamo impegnati in un evento culturale simile ad altri. Lì ho pensato: come sarebbe fare un festival di letteratura working class dentro la lotta di classe? Sono tornato in Italia e ho cominciato a cercare sponde. Nella convergenza culturale con altri lavoratori e lavoratrici dell’industria del libro, con il Collettivo di fabbrica ex GKN, assieme alla Soms Insorgiamo e all’Arci regionale, è nato nel 2023 il Festival di Letteratura Working Class così come lo conoscete. Un festival che non è un atto di consumo culturale, ma uno strumento di lotta e di riflessione della classe lavoratrice.
Elette a slogan della scorsa edizione, le potenti parole di Mark Fisher: “Non siamo qui per intrattenervi”. Come affrontare oggi il complesso legame tra letteratura e impegno? In che modo la pratica letteraria può sostenere la vertenza GKN?
Da sempre in letteratura ci sono due tendenze, che secondo me sono comunque problematiche. Una è quella elitaria e idealista, di chi pensa che la letteratura non serva a nulla, che sia un semplice atto puro dello spirito, inutile e gratuito. Dall’altro, chi vede la letteratura come impegnata nel raccontare la realtà, pronta a sposare nobili cause. In questo secondo caso, molto spesso il letterato o l’intellettuale progressista sta però in una zona di comfort da cui risulta semplice raccontare la realtà, perché la sua collocazione è in una zona sicura, dove il fango della realtà non sporca i suoi pantaloni. La letteratura working class sta in una terza e più complicata posizione. Ossia sta dentro il fango, in una posizione tutt’altro che sicura e confortevole. Non è quindi (o forse meglio: non è solo) letteratura progressista, o come dicono in Francia, populista: la letteratura working class infatti è uno strumento di lotta. Noi ad esempio facciamo un Festival dentro la lotta di classe, grazie al protagonismo sindacale di un collettivo operaio. E, con il nostro festival, alimentiamo un immaginario conflittuale. Ma senza chiamarsi fuori. Chi scrive storie working class deve stare dentro alle contraddizioni del racconto e della realtà. Anzi, tramite le proprie storie, contribuiamo a portare luce sulla condizione della classe sociale a cui apparteniamo, lottando contro il classismo di chi pensa che non possa esserci una letteratura scritta da persone con scarso capitale culturale. O che i lavoratori debbano stare al loro posto, a farsi sfruttare, invece di pretendere il pane e le rose.

stand all’edizione 2023, Andrea Sawyerr
Anche questa terza edizione sarà animata da grandi voci. Tra i nomi italiani più illustri, quelli di Wu Ming e Claudia Durastanti. Come avete selezionato i vostri ospiti in relazione agli obiettivi del Festival?
Nella scelta dei nomi si sovrappongono coincidenze, casualità e programmazione. Ci sono autori/autrici che invitiamo da anni e che non siamo mai riusciti ad avere nel programma, altri che si sono inseriti all’ultimo e che poi sono diventate delle bellissime sorprese. Non entro nei nomi, i nomi sono solo esemplificativi di tendenze in atto all’interno della letteratura working class. Più che l’io, quel che conta è il noi: la letteratura working class, di contro al narcisismo rampante del mondo letterario nostrano, è quella letteratura in cui l’io diventa noi. Ovviamente i nomi rappresentano alcune tendenze, alcune prospettive, alcune scelte stilistiche all’interno del panorama internazionale della letteratura working class. Il récit de filiation, ossia il racconto dei figli di operai sul mondo dei padri, un modello tipicamente francese, incarnato da Anne Pauly (ma in parte anche da Maurizio Maggiani), il graphic novel, il noir (Serge Quadruppani), il racconto sulla ristorazione e lo sfruttamento nella filiera del cibo (Luigi Chiarella e Daria Bogdanska), la narrativa attorno alle memorie popolari delle zone in via di deindustrializzazione (io stesso, in parte ancora Maggiani, ma anche Baldanzi). Sono tutti filoni del racconto working class che proviamo ad analizzare con alcuni degli autori e delle autrici che li hanno interpretati al meglio.
Siete giunti alla terza edizione dopo due prime prove di grande successo. Il crowdfunding di Edizioni Alegre ha superato ampiamente il suo target, giungendo a più di 16.000 euro raccolti in un paio di mesi. Quale segreto dietro a un simile coinvolgimento di pubblico, sorprendente per un evento culturale ancora giovane?
La particolarità del festival è che è riuscito a colmare un vuoto: non si parlava più di classe operaia, in Italia, e quando lo si faceva, lo si faceva con una lingua vetusta. Il festival e il collettivo di fabbrica ex Gkn hanno fatto convergere mobilitazione politica e istanze culturali, usando una lingua viva, migliore e più fine della lingua dello storytelling padronale. Stiamo facendo un corpo a corpo con le parole, nel campo delle belle lettere, nell’industria del libro, davanti alle fabbriche in mobilitazione per le tante vertenze. E le nostre per ora scorrono rapide. Tutto questo spiega forse il successo del festival.
Info:
Festival di Letteratura working class 2025
4-5-6 aprile 2025 – Presidio ex Gkn, via Fratelli Cervi 1, Campi Bisenzio (FI)
Ingresso libero
Organizzato da: Edizioni Alegre, Collettivo di fabbrica Gkn, Soms Insorgiamo, Arci Firenze
Programma: https://edizionialegre.it/notizie/festival-di-letteratura-working-class-2025-il-programma/
Sito web ufficiale Insorgiamo: https://insorgiamo.org/
in copertina: un evento dell’edizione 2023, Andrea Sawyerr