ARTiglieria è un’associazione nata nel 2020 a Firenze grazie a un gruppo di giovani che hanno finanziato e riqualificato uno spazio in via Cittadella 4 perché diventasse coworking di artist* e un luogo di scambio e sperimentazione artistico-culturale. Abbiamo intervistato Gaia Altucci, una delle fondatrici, figura multidisciplinare nel campo della sperimentazione artistica, per presentare la realtà che ci ospiterà per la presentazione del cartaceo di febbraio, giovedì 13 febbraio.

Come nasce il vostro spazio?

ARTiglieria nasce dall’esigenza di artist* di creare uno spazio di lavoro. Nell’estate del lontano 2019 un gruppo di persone che praticava arti diverse cerca uno spazio dove fare laboratori personali e ricerche. La fortuna vuole che troviamo quello che è lo spazio di ARTiglieria. Quando lo abbiamo visto, abbiamo pensato che potevamo immaginarci anche altre possibilità: ospitare una programmazione di eventi al pubblico, ad esempio. Nel momento in cui riusciamo a entrarvi fisicamente e a immaginarci cosa fare, come “centro di aggregazione culturale”, arriva il Covid. Dopo tutto l’entusiasmo nell’immaginarci i progetti, siamo stati bloccati, ma si è rivelata una cosa positiva: l’effettiva apertura al pubblico è stata fatta oltre un anno e mezzo dopo, a ottobre 2021, dandoci il tempo di confrontarci su cosa ci immaginavamo, quale fosse la visione di una possibile direzione artistica.

Perché parlare di spazio e non di galleria?

Noi non facciamo attività spiccatamente galleristiche. Le mostre sono poche, la nostra idea di evento non si esaurisce nell’esibizione di un artista, ma cerchiamo di creare eventi che abbiano più dimensioni e stimoli. Questo ha delle ragioni pratiche, in quanto ARTiglieria si regge totalmente sul lavoro volontario: tenere una mostra aperta per due settimane implica che qualcuno abbia il tempo di occupare lo spazio in modo continuativo. Siamo orientati a creare eventi che uniscano più cose insieme a livello multidimensionale; nonostante questa impostazione, abbiamo ospitato alcune mostre e progetti molto interessanti. Vorremmo creare una dimensione di incontro tra le persone e le arti, sperando nelle possibilità generative a partire da questo incontro. ARTiglieria vuole creare un contenitore non contenitivo di varie possibilità a Firenze.

Quali esigenze avete sentito nell’organizzarvi e formare ARTiglieria?

In ARTiglieria sono presenti due mondi: quello degli eventi e quello costituito dalle persone che lavorano nello spazio. Siamo partiti in otto, ma al momento siamo una quindicina di individui che lavorano in sede. All’interno abbiamo postazioni aperte ad artist* che ne abbiano bisogno; verso l’esterno, la dimensione eventi orienta ARTiglieria al pubblico e alla direzione artistica. Penso che una cosa bella di ARTiglieria sia quella di essere composta da questi due aspetti. Vorremmo essere non-autoreferenziali, anche se in certi casi gli artist*, come resident, si occupano di alcuni elementi. Le persone e le ricerche di ARTiglieria devono essere generatrici e germinatrici.

Posso chiederti da cosa è nato il vostro nome?

La scelta del nome è stata difficilissima, essendo in tant*. Dato che tutt* pratichiamo un’arte diversa, abbiamo creato un’allusione all’artiglieria come se l’arte fosse un’arma di tiro sul mondo: in questo senso eravamo un’artiglieria, in modo provocatorio, come se si potessero trovare tanti strumenti, arti e armi differenti. Inoltre, questo termine ci dava l’idea di qualcosa che, estraniato dal campo semantico delle armi, fosse un insieme di giochi, per storpiarlo in modo anche scherzoso. Può rimandare al creare delle brecce a partire da uno spazio abbastanza chiuso, non inerente al campo semantico della guerra, ma a quello dell’azione: l’arte è il nostro modo di agire nel mondo.

Avendo la vostra sede in centro a Firenze, come vi rapportate con la situazione corrente che caratterizza la città?

Ci troviamo in una sorta di isolotto. Via Cittadella è completamente tagliata fuori. Siamo praticamente in centro: a cinque minuti a piedi dalla stazione di Santa Maria Novella, vicino a Porta al Prato e al nuovo Student hotel. Siamo collocati in una sorta di Triangolo delle Bermuda. Questo ci ha fatto capire dove ci stavamo inserendo: un quartiere residenziale dove le persone si conoscono tra loro. C’è stato un processo di inserimento, cercando di essere il più educati possibile, dato che ci sono molte famiglie. Per questo capire che eventi vogliamo fare è stato un percorso abbastanza lungo. La condizione di isolotto ci allontana e ci preserva dall’esterno. È difficile passare da ARTiglieria per caso, non abbiamo un pubblico totalmente inaspettato: essendo tagliati fuori dal centro, non ci sono ondate di turisti, il che è un aspetto positivo. Quello su cui dobbiamo relazionarci è che non sembra essere riconosciuto il valore di un luogo per i fiorentini a Firenze. Gestire uno spazio, fare eventi è un lavoro molto impegnativo e non abbiamo incentivi per farlo: i bandi sembrano essere inaccessibili, pare ci sia più interesse per il turismo o verso un’arte estremamente istituzionalizzata. A Firenze sembra che non ci sia niente per il contemporaneo e lo sperimentale. È assurdo che in una città famosa per l’arte in tutto il mondo non esistano centri di produzione artistica come questo in maggior numero: per i cittadini non ci sono luoghi per fluire, sperimentare ed esprimersi, dunque, cercare di essere uno spazio del genere comporta una serie di difficoltà: avere a che fare con la burocrazia e i bandi rende molto complicato sopravvivere. Tutto quello che facciamo si regge attraverso la passione che abbiamo, augurandoci che diventi il nostro lavoro: un ecosistema sostenibile per chi abita Firenze.

 

Per ulteriori informazioni:

ARTiglieria
Via Cittadella, 4
Firenze

Presentazione del cartaceo di febbraio di Lungarno
Talk: “se la perfomance fosse una parte del corpo, quale sarebbe?”. Lungarno in conversazione con Kinkaleri Spazio K, collettivo teatrale pratese.
Proiezione di video dedicati al lavoro di Kinkaleri
Esposizione delle opere di Giulia De Riso.
A seguire: dj set di Rufus e Tommaso Bonaiuti.
Giovedì 13 febbraio
h. 20.00

Per accedere ai locali di Artiglieria è richiesta la tessera 2025.