di Virginia Vannucchi

Fino al 26 gennaio 2025 il cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi ospiterà l’installazione site-specific Shy Society del duo olandese Studio DRIFT.

A pochi mesi dall’annuncio dell’apertura, prevista per il 2025, di un vero e proprio museo che, ad Amsterdam, sarà il contenitore dell’intera opera di DRIFT, il duo di artisti, composto da Lonneke Gordijn e Ralph Nauta, ha portato in Italia una delle sue istallazioni più longeve.

La nictinastia e la danza di sette fiori bianchi

Ispirata al meccanismo naturale della nictinastia, grazie a cui alcune piante sono in grado di aprirsi alla luce del giorno per poi richiudersi durante la notte, proteggendosi e risparmiando così energie, Shy Society si compone di sette fiori bianchi che, sulle note classiche di RZA, si muovono aprendosi e chiudendosi, salendo e scendendo tramite sistemi di ingranaggi e pulegge prodotti interamente da DRIFT.

Facendo capolino da una delle tre entrate del cortile si potrà quindi assistere, fino a fine gennaio, alla danza di trasparenze di Shy Society, accuratamente coreografata e controllata tramite software. Attraverso musica e movimenti, opera e pubblico vengono portati sulla stessa frequenza. L’installazione produce così sullo spettatore un effetto calmante, assieme a un senso di soggezione e meraviglia a tratti contemplativo.

La connessione tra uomo e natura

L’incontro tra opera e cortile, ha spiegato Nauta, si è rivelato particolarmente felice. Non solo, infatti, l’altezza dell’ambiente ha permesso a ciascuna componente dell’opera di dispiegarsi completamente, muovendosi in verticale nello spazio, ma, casualmente, l’architettura del cortile corrisponde quasi del tutto a quel rapporto 2:1:1 tanto ricercato da Studio DRIFT e riproposto nelle dimensioni di diverse opere come indicatore della natura umana.

A partire dalla ricerca di partecipazione emotiva nello spettatore e di una connessione tra questo e l’opera, l’installazione di Lonneke Gordijn e Ralph Nauta intende ricreare una connessione più grande: quella tra uomo e natura. Considerando la tecnologia un’alleata anziché una minaccia, i progetti di Studio DRIFT presentano la rara capacità di parlare a un grande pubblico senza rinunciare a un profondo scandaglio delle tensioni interiori ed esistenziali: ne dà prova, ancora una volta, Shy Society.