Quando si parla di camera oscura è inevitabile per la nostra mente andare a ripescare la tradizionale immagine del fotografo che nella più profonda intimità stampa le sue opere, accompagnato solo dall’indispensabile punto di luce rossa.

Ebbene, non stiamo parlando di un improbabile remake di “Blow up” ma di Camera 38. Infatti, proprio nel centro storico di Firenze (via San Zanobi, 38) ha aperto, lo scorso 15 marzo, uno spazio dedicato alla fotografia analogica che si ispira alle community darkroom, realtà già affermate all’estero, e che mira a creare un punto di aggregazione e scambio per gli amanti dell’analogico. I locali che la accolgono sono quelli che hanno inizialmente ospitato lo studio del fotografo fiorentino Martino Marangoni, da cui ha poi avuto origine il primo nucleo della Fondazione Marangoni.

L’idea parte dai fotografi Michelle Davis, Gabriele Fossi, Elisa Norcini e Leonardo Bocci con l’intenzione di ricreare in questi spazi quel forte legame studente-insegnante che loro stessi, da allievi ed ex allievi della fondazione, vi hanno da sempre trovato. Infatti, questa nuova realtà intende mettere a disposizione del fruitore non solo gli spazi e la strumentazione necessaria allo sviluppo dei negativi e alla stampa delle fotografie ma anche l’esperienza di chi da anni si occupa di fotografia analogica.

Lo spazio è aperto a chiunque abbia già abilità in materia ma anche a chi si trova ad avere a che fare con pellicole, chimici e ingranditori per la prima volta: uno dei quattro fotografi sarà infatti sempre presente per qualunque richiesta o aiuto. L’obiettivo di questa realtà è quello di creare un network per gli appassionati di fotografia: sono infatti già in cantiere seminari, workshop e corsi ma anche presentazioni di libri e collaborazioni con altri spazi culturali. Per informazioni e per prenotazioni (obbligatorie) è già attiva la pagina Instagram (@camera38firenze).

 

Crediti fotografici: Camera 38