di Vittoria Brachi

Chi è certo di qualcosa? Nove ragazzi con formazioni diverse, conosciutisi durante il biennio in pratiche curatoriali all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nasce così un laboratorio per la relazionalità e la promozione di arte emergente: Don’t Feed the Monster.

Il loro eclettismo si riflette nell’allestimento, gli spazi espositivi e le opere. Ogni progetto è permeato dall’idea di rottura della barriera tra esposizione e spettatore, invitandolo a interagire con l’opera. Niente deve rimanere illibato: non c’è opera senza scambio e sperimentazione, non c’è senso critico senza esperienza delle cose. DFTM1 ha all’attivo tre mostre tra 2022 e 2023, l’ultima “Tanto non mi prendi” allestita alla XXX GALLERY, in un folle e colorato valzer delle inquietudini su grigie pareti piastrellate.

Franceschi, The Debunked Archive dettaglio, 2023

I progetti sono in varietate concordia: lo spazio di ARTIglieria diventa un cantiere, luogo liminale tra dentro e fuori, che chiede “cosa stai cercando?” – What are you looking for?. Si ha una visione diversa e privilegiata, da addetti ai lavori, nella transizione da ciò che è stato a ciò che sarà. Alla sede dell’EUI a Villa Salviati, luogo e oggetto di riflessione profonda sul tema “uniti nella diversità”, un passaporto fittizio è supporto per la mostra e oggetto di studio, strumento di unione e di identificazione dell’altro, tra contraddizione e instabilità.

Deformazioni, incertezze, un’euforia che maschera la realtà caotica non sono però oggetto diretto dei curatori, ma l’inevitabile ingrediente che rende possibile la loro progettualità, che spinge verso domande al di là di una risposta, portando nuovi interrogativi. La società risucchia i suoi abitanti, DFTM1 mostra il lato apocalittico della realtà, quella vera, fallata dalla festa quotidiana dell’insignificanza.

 

In copertina: Di Francesco, We Love Florence, 2023, dettaglio 2