La letteratura ha il potere di cambiare il mondo, anche se non ce ne accorgiamo. Tre amiche, tre percorsi formativi diversi nel campo umanistico. Una poesia di Montale letta per caso mentre erano insieme. La voglia, partendo da quelle parole, di creare un progetto comune.

Nasce così, a settembre 2021, l’Associazione La Mosca, le cui fondatrici, tutte fiorentine sui trent’anni – che abbiamo incontrato – sono Giulia Degl’Innocenti, Martina Migliorini e Roberta Poggi. Il nome nasce dal nomignolo con cui il poeta chiamava la moglie, miope e per questo capace di “accedere a un livello di realtà cui gli altri non accedono”, come ci raccontano. Questo sguardo un po’ sfocato ma forse più centrato, perché sempre vigile, diventa per le ragazze la molla “per riuscire a creare un impatto sulle persone reali e sul territorio”, attraverso l’arte. Le moschine, come vengono chiamate, hanno già affrontato il problema della rappresentazione del corpo femminile, organizzando eventi fotografici o di pittura in città, tra cui la mostra “Corpi invisibili” presso la Galleria ETRA.

Per il 2024 hanno in cantiere due progetti. Il primo, che hanno proposto al Comune di Firenze, è l’affido culturale, una forma di volontariato circolare che consente a famiglie “non abituate a fruire della cultura” di parteciparvi. Il secondo indaga sul tema dell’inevitabile interazione tra il vivente e l’ambiente. Il Museo Novecento lo sosterrà, mettendo a disposizione i suoi spazi. Qui, nei giorni 11-12-13 gennaio, bambini e anziani collaboreranno per fornire degli spunti, che prenderanno forma, nei mesi successivi, grazie a una squadra di architetti, uno psichiatra, tre sound artists, un fisico ed esperti in creatività digitale.

Ad aprile, la presentazione ufficiale del progetto, a luglio una grande installazione artistica presso Lumen e in inverno una mostra. La Mosca affronta temi che stimolano il pensiero, con un approccio che non passa mai sul piano politico. Un ronzio, insomma, che mancava a Firenze.

 

foto di copertina di Geraldine Cella