Ne abbiamo accennato la prima volta nel numero di gennaio, quando se ne parlava come di un prossimo sito per un nuovo museo di arte contemporanea. Da allora qualcosa è cambiato per l’area ex OGR, alla Leopolda. È di appena un mese più tardi, infatti, la notizia della vendita dell’intera area alla società romana Flora Development (compartecipata del fondo Gingko, lussemburghese) da parte del gruppo Fs Sistemi Urbani, proprietario originario.

Si parla di oltre 80mila metri quadrati, di cui 54mila edificabili. Da leccarsi i baffi visto che, dopo Manifattura Tabacchi, si parla della più grande opera di riqualificazione che la città attendeva da anni. 

Se tutto resta come previsto, potrà dunque finalmente partire la rigenerazione urbana per un nuovo quartiere vicino al centro, al parco delle Cascine, con una nuova linea della tramvia, nuove case, nuovi uffici, nuovo verde e ça va sans dire, nuovi alberghi e negozi.

Da febbraio a oggi sono centellinate e ridondanti le notizie a riguardo, molto probabilmente alla vendita dovranno seguire una serie di iter burocratici e gare di appalto e approvazioni e blocchi per cui si annusa essere tutto ancora in alto mare, ma siamo pure in estate piena e tra un frinio di cicala e un grillo notturno eppur si muove.

La notizia del perfezionamento della vendita dell’area ex OGR è un passaggio importantissimo e fondamentale per il Piano di rigenerazione urbana di tutta l’area dell’ex Officina Grandi Riparazioni” ha detto il sindaco Dario Nardella, “che si situa a ridosso del Parco delle Cascine e che rappresenta una vera e propria ricucitura del centro di Firenze con la zona ovest della città. Grazie a questa vendita si può procedere rapidamente con il progetto di rigenerazione, puntando su residenza e su attività ricettive e culturali”. “Grazie anche alla presenza della Stazione Leopolda e del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con il nuovo auditorium”, ha continuato, “potremo aggiungere ulteriori funzioni di rilevanza culturale e artistica per realizzare in quella zona un vero e proprio Art district internazionale, con una forte vocazione contemporanea e interdisciplinare rivolta ai giovani italiani ed europei”.

Firenze ha sete di un nuovo rinascimento, se non ce l’ha la città ce l’hanno sicuramente i suoi cittadini, fosse solo per le temperature di questi giorni (40° percepiti al momento della stesura del pezzo, ndr). Abbiamo bisogno di uno spazio, di toccare con mano un cambiamento, quale che sia purché positivo e innovativo. Siamo ancora traumatizzati dagli anni di covid, dalle promesse di una ripartenza lenta ed etica, di uno stop ai mangifici e al turismo mordi e fuggi, ad una umanizzazione del mercato.

Ok, tutto non si potrà avere e non viviamo nel pianeta dei Barbapapà, ma l’occasione di una rinascita europea, verde, ecologista e progressista è allettante e concreta; cerchiamo di non sprecarla.