Quando ho detto: “Ciao a tutti, vado un anno a Los Angeles, chiamatemi solo se andate all’Eurovision!”, non pensavo che sarei stata presa alla lettera. E invece eccomi a raccontarvi, dal fuso orario del Pacifico, l’impresa dei Piqued Jacks, quartetto di stanza a Pistoia, ma pronto a spiccare il volo per Liverpool in occasione dell’Eurovision Song Contest 2023, dove rappresenterà San Marino.
Ma come si arriva all’Eurovision da Borgo a Buggiano?
“È importante proiettarsi, nel senso di sognare in grande. La domanda giusta da farsi è:‘se lo fanno gli altri perché io no?’, se esistono i Coldplay possono esistere anche i Piqued Jacks. Altro elemento fondamentale è il team: dal fotografo a chi ti aggiusta la macchina o i computer. Crederci insieme fa la differenza. E anche un po’ di fatica: è quello che dà valore a quello che fai. Suonare ovunque, anche davanti a dieci persone, ti fa capire quanto è importante suonare davanti a mille”.
Solo nell’ultimo anno vi abbiamo visto al Summerfest a Milwaukee (USA), al Living Rock in Romania e alla European Music Conference in Olanda. Ma voi dove vi sentite a casa?
“Sul palco! E dove sono le persone del nostro cuore: le cose sono correlate”.
La musica italiana contemporanea sembra preferire i progetti solisti alle band. Qual è il vostro pubblico ideale?
“Forse non c’è molta offerta di band, ma quelle che ci sono spaccano! Sono gli artisti a dover osare di più. Il pubblico a cui ci rivolgiamo è vario: ci vogliamo fare ascoltare da chi vuole emozionarsi con la musica, chi sente un accordo distorto o una cassa in quattro quarti e balla con noi, che abbia 60 o 20 anni: l’importante è essere coinvolti dalla nostra musica”.
Aggiungete un artista a testa nelle nostre playlist dal vostro mondo sonoro!
“Killers e Coldplay per Andrea, Aerosmith e Pink Floyd per Marco; per Francesco Red Hot Chili Peppers, e per Tommy Deep Purple e Led Zeppelin”.
In bocca al lupo!
“Non ci serviva altro che questo. Uno stimolo grosso che ci faccia muovere come la prima volta”.
Foto di copertina: Aurora Cesari