di Alessia Mancini

Dall’11 marzo è in programma un nuovo laboratorio multimediale realizzato da Ecosistemi Artificiali in collaborazione con LABA Firenze, PARC (Performing Arts Research Centre) e Fondazione Fabbrica Europa. Il progetto, che spinge ad una riflessione sull’utilizzo degli strumenti di A.I nel mondo dell’arte, rivolto studenti e studentesse di LABA si concluderà il 15 Aprile con una restituzione negli spazi di PARC aperta al pubblico a ingresso gratuito. Noi di Lungarno ci siamo fatti raccontare qualcosa in più direttamente dagli artisti che hanno dato vita all’iniziativa.

Come nasce il progetto Ecosistemi artificiali e su cosa incentra la sua ricerca artistica?

Ecosistemi Artificiali nasce dall’incontro di due artisti, Cecilia Lentini e Giordano Fiacchini. Questa collaborazione dà vita a progetti legati alla ricerca nell’interazione tra intelligenza artificiale, arte performativa, sound art e nuove tecnologie.

Quali sono gli artisti o i contesti culturali che hanno influenza nel vostro lavoro?

Siamo saturi della narrativa cinematografica della fantascienza che descrive un contesto distopico della tecnologia, e riteniamo fondamentale attivare una riflessione più contemporanea e organica sullAI. In questo senso, lanciamo una sfida ad immaginare futuri possibili, riflettendo sugli impatti sociali, etici ed ambientali di questi strumenti. Ci influenzano gli artisti che si interrogano sul rapporto tra uomo e macchina, dal punto di vista storico con Stelarc fino a quello più contemporaneo con Marco Donnarumma. Parte della nostra ricerca consiste nellesplorare Festival europei tra cui Unsound in Polonia, CTM e Transmediale a Berlino. È come se in Italia ci sia una carenza di fondi da dedicare alla ricerca in questi campi.

Ci state quindi dicendo che il panorama italiano stenta a riconoscere il peso culturale di questi linguaggi e che non esiste una scena?

La sensazione è che nel nostro Paese ci stiamo appoggiando alle bellezze realizzate nei secoli passati anche se una scena in realtà esiste. Molti artisti italiani lavorano con le tecnologie, il suono e le arti performative e non hanno niente da invidiare al panorama internazionale. Il problema sono le istituzioni che non ne riconoscono il peso culturale e non le supportano. Non ci sono fondi e sono pochi gli spazi che accolgono questi progetti.

Attualmente state lavorando con gli studenti di Laba Firenze ad un laboratorio sull’intelligenza artificiale. In cosa consiste questo progetto?

Attraverso un percorso di 35 ore, trattiamo l’immagine, la scrittura, il suono, la composizione digitale, esplorando in maniera olistica le possibilità e le criticità dellAI. Siamo fortunati di avere il sostegno economico di queste due istituzioni che ci permettono di lavorare in grande libertà creativa. Abbiamo convolto danzatrici, critici, curatori e artisti perché crediamo nella pluralità dei punti di vista essendo un tema così complesso.

Perché ritenete importante fare ricerca sull’intelligenza artificiale e come vi approcciate a questo strumento?

Come dicevamo prima siamo stanchi del solito approccio a possibilità assolutamente nuove. Il tema DellA.I. è davvero caldo e porta con sé tantissime riflessioni nuove sia dal punto di vista sociale, filosofico, etico ed artistico.

In che modo concluderete questo percorso?

Il lavoro prevede una restituzione che include poetiche fotografiche, testuali, audiovisive e performative. Il pubblico potrà muoversi intorno alle opere che hanno in comune il desiderio di esplorare nuove tipologie di relazioni tra Uomo e Natura discostandosi dallidea antropocentrica che caratterizza la nostra visione occidentale. Vi invitiamo a venire a sbirciare il 15 Aprile dalle 17:00 alle 19:00 al PARC in Piazzale delle Cascine!