Ciò che dell’Asia è stato conosciuto in Occidente, tramite il cinema o la televisione, ha sempre destato un grande interesse: dai film sui samurai a quelli di Bruce Lee, dall’epoca d’oro dei cartoni made in Japan agli spettacolari film wuxia.
La Corea del Sud si è inserita solo recentemente nell’universo di questa fascinazione. Lo ha fatto prima attraverso i controversi film d’autore che hanno iniziato a fare il pieno di consensi nei festival internazionali per poi alzare il tiro con la musica, la moda, l’industria del beauty e la narrazione seriale. I primi a interessarsi a ogni nuovo stimolo esterno sono i giovani: i più attenti, i più recettivi e i più disposti ad accettare il fluire della società e dei suoi cambiamenti.
La presenza a Firenze di un festival di cinema come il Florence Korea Film Fest, che celebra la cultura di un paese attraverso una rete di connessioni e incontri, è diventato, anno dopo anno, un punto di riferimento per giovani provenienti da tutta Italia che, grazie ad esso, hanno consolidato la propria passione e avuto opportunità lavorative.
“Il mio interesse per la Corea era nato con Youtube e i primi video musicali di K-Pop” racconta Veronica che, dopo uno stage, è entrata a far parte dello staff del Festival come consulente critica. “All’Università poi ho scoperto il film coreani. Stavo cercando quante più informazioni possibili e nel 2011 ho scoperto che a Firenze c’era un evento che era completamente dedicato alla Corea”. Una scoperta che ha aperto delle strade. “Io avevo e ho ancora un Blog (Mugunghwa Dream) e abito a Milano. L’essere entrata ancor più in contatto con la cultura coreana per misurarmi con la presentazione di film in sala a Firenze mi ha dato l’opportunità di raccontare la mia passione nella mia città”.
Emily, che del Festival è nella squadra dei sottotitolatori, ci parla della fascinazione che la lingua coreana è capace di esercitare: “ha un bellissimo suono e un alfabeto molto simile al nostro, quindi è più facile da studiare rispetto al cinese o al giapponese. Si adatta anche molto bene al canto e da lì il grande successo della musica coreana”. E per ciò che riguarda la traduzione dei sottotitoli? “Mi è capitato di trovare difficoltà nel rendere il significato di poesie o di canzoni. A quel punto subentra un pizzico di interpretazione personale. Non è un lavoro facile ed è anche piuttosto lungo”. Come Emily, che ha viaggiato in Corea poco prima dello scoppiare della pandemia ‒“i musei e i siti erano vuoti, faceva uno strano effetto, mi pareva che fossero lì solo per me” ‒ anche Alessandra, che dopo il tirocinio ora ricopre un ruolo di tuttofare all’interno della manifestazione, ha visitato il Paese recentemente: “ci sono delle contraddizioni divertenti: nei film siamo abituati a un alto tasso di violenza mentre in realtà si tratta di uno dei posti più pacifici al mondo! La cordialità è alla base di tutti i rapporti e il paese è bello proprio come si vede al cinema!”.
Il Florence Korea Film Fest si terrà a Firenze dal 30 marzo al 7 aprile al cinema La Compagnia. Ospiti d’onore quest’anno l’attore Park Hae-il (“Decision to Leave”) e il regista premio Oscar Bong Joon-ho (“Parasite”).