La seconda edizione di “Testo [come si diventa un libro]”, la fiera che racconta il ciclo di vita del libro attraverso il meglio dell’editoria contemporanea, si terrà dal 24 al 26 febbraio, alla Stazione Leopolda.

L’organizzazione è di Pitti Immagine, mentre la direzione artistica di sette professionisti della filiera editoriale: Andrea Gessner, editore; Beatrice Masini, traduttrice e scrittrice; Chiara Carpenter, editor; Giovanna Silva, fotografa; Leonardo G. Luccone, agente letterario; Luca Briasco, editor e traduttore; Maddalena Fossombroni e Pietro Torrigiani, librai; Riccardo Ventrella, responsabile relazioni internazionali. La prima edizione ha contato 8 mila presenze, 70 case editrici partecipanti, 150 eventi e decine di ospiti italiani e internazionali. La seconda è pronta a replicare. Ne abbiamo parlato con Maddalena Fossombroni, libraia di Todo Modo, tra le ideatrici e curatrici dell’iniziativa.

“Quest’anno abbiamo raggiunto il numero massimo di case editrici che possiamo ospitare, e siamo felicissimi. Come l’anno scorso, ogni editore potrà acquistare non più di due tavoli espositivi, così da equilibrare gli spazi tra grandi gruppi e piccoli indipendenti. I primi faranno uno sforzo di selezione delle proposte, e i secondi non passeranno inosservati”.

È dunque una fiera che premia la qualità, non la quantità.

“Sì. Se ad esempio quella di Torino è un’enciclopedia, noi siamo un’antologia. Proponiamo una sintesi del mercato editoriale, per raccontare l’editoria da dentro. Ognuno dei nostri curatori, detti ‘capistazione’, racconta un aspetto del ciclo di vita del libro, dal manoscritto alla vendita, attraverso un calendario di eventi e laboratori realizzati insieme agli editori partecipanti”.

La formula resta invariata, o ci saranno novità?

Quest’anno ci sarà Radio Gridolini, che ogni giorno proporrà un breve notiziario, seguito dalla lettura di un racconto e una serie di interviste leggere agli ospiti in fiera. E potenzieremo l’aspetto internazionale. Avremo ospiti Jón Kalman Stefánsson (Iperborea), Mikhail Shishkin (21 Lettere), Jessica Bruder (Clichy), Christoph Ransmayr (Feltrinelli) e Juergen Boos, direttore della fiera del libro di Francoforte, dove siamo stati ospiti per raccontare l’esperienza di Testo. Uno dei nostri obiettivi è quello di avere una vocazione internazionale”.

Avete anche riportato Firenze al centro del panorama letterario nazionale.

“Sì. Firenze è una città ricca di progetti e persone che in questo campo fanno un ottimo lavoro. La rivista L’Indiscreto, il festival La città dei lettori, il Premio Von Rezzori, il progetto Libernauta. Quest’anno, con Luca Scarlini, proporremo un percorso sulla Firenze editoriale, perché l’editoria italiana è nata qui, anche se oggi se ne è perso memoria. Vogliamo essere internazionali partendo dal locale”.

E qui c’è la collaborazione con Pitti Immagine. Come siete arrivati a loro?

“Volevamo collaborare con un soggetto che avesse una vocazione internazionale consolidata, capace di portare ciò che nelle fiere del nostro settore spesso è trascurato: l’estetica, perché anche la forma è sostanza. E volevamo aprire il mercato editoriale a nuovi lettori, col supporto di chi della comunicazione e dell’organizzazione eventi ha fatto la sua professione. È stata una collaborazione stimolante. Ci hanno ascoltato e hanno messo in campo la loro professionalità. Pitti poi è una realtà interdisciplinare. Con Pitti Discovery ha fatto tanto per la valorizzazione culturale di Firenze”.

Come vedete il libro nell’epoca dell’intelligenza artificiale?

“Se ad oggi non è scomparso, in futuro continuerà a esistere. Gli strumenti digitali sono utilissimi, ma tanti lettori di ebook continuano a comprare i libri cartacei, le due cose non si escludono, convivono. Il nostro lavoro, e quello di Testo, resta la valorizzazione dei libri fatti con cura, che vale la pena leggere”.

Crediti fotografici: Pitti Immagine Testo – AKAstudio collective