Update sulla storia dell’amore lontano e dell’uomo col cane. L’amore lontano si è riavvicinato ed è più forte che mai. Ma è stato un riavvicinamento temporaneo, anche se ci si vedrà di nuovo presto. Non ho dubbi su di lui e su quello che condividiamo. Nel frattempo l’uomo col cane ha incontrato una persona e anche se sono immensamente felice per lui, visto che l’ho fatto abbastanza dannare, mi mancherà moltissimo. E il problema è che mi odio perché amo un uomo che non c’è (ma che mi ama moltissimo, sia chiaro) invece che un uomo con cui condividere il quotidiano. Avrei voluto amare lui, l’uomo col cane, che ora invece, come merita, troverà la felicità con qualcun altro. Mi sento terribilmente sbagliata.

Ciao bella alcachofa (scusa, mi è uscita così), que bueno risentirti. Nonostante il planetario successo di questa rubrica, sospetto che non tutti ricordino la storia dell’amore lontano e dell’uomo col cane (si parla del numero di luglio 2021 di Lungarno, praticamente una vita fa), dunque agevolo un riassuntino. La nostra giovane JLo è in una very serious relationship con un uomo bello, lontano e molto ricco, che la copre di tiare Cartier per sopperire alla distanza. Ma un biglietto aereo? – penseremmo noi comuni mortali – ci sta che costi anche meno di un brillocchio delle dimensioni di una vongola. Comunque, nel frattempo la nostra beniamina fa poggio e buca con un giovane dotato di animale domestico; non il massimo della vita ma per lo meno raggiungibile senza doversi mettere all’anima il jet lag. Un anno fa suggerivo di uscire dall’impasse mollando entrambi e prendendo un cane, ma mi pare che la faccenda sia andata diversamente. Non sentirti sbagliata però, condividere il quotidiano è una prospettiva attraente, ma siamo sicure che sia bello davvero? Non lo so amica, viviamo in un’epoca malata dove esistono cose come le riunioni di condominio, gli accordi con la Libia, l’INPS, l’inquinamento aerospaziale, il caro vita, i gratta e vinci, i passaporti, le istituzioni religiose, le forze dell’ordine, i monopattini elettrici, le persone che utilizzano l’espressione “al netto di”, le microplastiche, la partita IVA, gli allevamenti intensivi, il capitalismo, il neoliberismo, i batteri resistenti agli antibiotici, Paulo Coelho, le privatizzazioni, i mega ricchi e i mega poveri, lo stato d’Israele, il reggae, i ragni, la catastrofe climatica, Amazon, devo andare avanti?

Mi pare un pacchetto già bello intenso da gestire in solitaria, ti immagini in due? A questo punto mi pare più auspicabile trovarsi unǝ bravǝ a cui sganciare un tot settimanale per le pasticchine e un’infarinatura teorica sul perché la nostra adolescenza non è ancora finita. Ma se la metti così – dirai tu – allora dovremmo tutti stare da soli. Esatto tortilla del mio cuore, o anzi no. Secondo me per la precisione da sola dovresti starci tu. Lascia andare l’uomo col cane, che finalmente potrà smettere di dannarsi, ma ti direi forse lascia andare anche l’amore lontano, con cui mi sembra non sia cambiato granché – soprattutto se il problema per te consiste proprio nella sua essenza – quella di uomo lontano, appunto. A distanza di un anno voglio rilanciare: love yourself first, fatti un regalo e prenditi un quadrupede che ti guardi come nessuno dei due umani di cui scrivi ti ha guardata mai e soprattutto che per una volta non sia un accollo: niente coinvolgimenti indesiderati, niente aspettative infrante, niente desideri non corrisposti. Al massimo prende le pulci

Affidate dubbi, dilemmi e inconfessabili segreti in forma 100% anonima a: tellonym.me/amorazzi. Ogni mese il vostro amichevole amorazzo di quartiere risponderà in questo spazio.