di Tommaso Ciuffoletti
Una volta avevo voglia di qualcosa di diverso e così ero indeciso se andare in Giappone o in Calabria. Decisi di non esagerare con la diversità ed andai in Giappone. E dire che in Calabria ho un sacco di amici. Come Giovanni, che infatti vive a Copenaghen; Nino, che appare quando meno te lo aspetti ed offre sempre da bere, e Gianfranco Piperata, che quando ci siamo conosciuti mi fa: “Piacère so’ Gianfranco Piperèt di Bbològn“, “E io son Tommaso Ciuffoletti di Aosta“.
Eppure un giorno ci andrò, in Calabria. In un orecchio avrò Rino Gaetano e nell’altro Peppe Voltarelli. Che magari, proprio quel giorno che io sarò in Calabria, lui sarà in Canada, a New York, Berlino o in Madagascar (che poi chissà che si saranno detti Voltarelli e i malgasci). Perché Peppe Voltarelli, in quanto artista calabrese, è patrimonio del mondo intero. Ha iniziato a Bologna (come il compagno Piperata) con Il Parto delle Nuvole Pesanti e ha proseguito solista tra premi, teatri, colonne sonore e un cantautorato libero, della libertà di chi può stare in mezzo a una bisca o al gran galà. E sopratutto di chi si mescola ovunque con la stessa curiosità, ma tenendo sempre da parte un po’ di tempo per ripartire il giorno dopo per i fatti suoi. Io la prima volta l’ho incontrato una sera di quelle fatte solo per fare tardi.
La serata perfetta per incontrare Peppe Voltarelli a Firenze, dove sembra esserci da un po’. Ma sembra, perché in realtà Peppe è in Calabria, Giappone, Madagascar, Napoli e Poggibonsi nello stesso momento, e domani chissà.