È possibile ripensare a un nuovo approccio all’educazione ambientale? Prendersi cura del nostro pianeta con piccoli gesti quotidiani? Stimolare un cambiamento che sappia coniugare cultura, economia e pratiche sociali verso un modello più sostenibile?
A queste domande cerca di dare risposta il neonato Green Factory, rassegna ideata dall’Associazione culturale Heyart dedicata all’economia circolare e alla cultura della sostenibilità. Con la sua proposta multi-sfaccettata di eventi fino a dicembre, il festival pone l’attenzione sulle quattro R dell’economia circolare ovvero ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare. L’unicità di questa iniziativa è che si svolge al Tepidarium del Roster, all’interno del Giardino dell’Orticoltura: una location unica nel suo genere ma non sempre fruibile dai cittadini. Con un ricco programma di attività come laboratori creativi per adulti e bambini, talk di approfondimento su design thinking, educazione alimentare, biodiversità, graphic design, moda etica e sostenibile, Green Factory si propone di riattivare e rigenerare in maniera innovativa il Tepidarium.
Abbiamo fatto qualche domanda a Francesca Votano, Presidente Associazione Heyart e direttrice Green Factory.
Come nasce un’iniziativa del genere votata alla sostenibilità e alle istanze che le ruotano intorno come design rinnovabile, artigianato e attenzione all’ambiente?
“L’Associazione Heyart è sempre stata molto sensibile ai temi legati alla sostenibilità. Occupandoci dal 2010 di arte e design, abbiamo sempre privilegiato e promosso con i nostri eventi chi faceva della tutela ambientale la propria cifra stilistica. Avevamo progettato il Green Factory già dal 2020, purtroppo la pandemia ha fatto slittare la nascita del festival ma, in questo periodo storico in cui la sostenibilità è diventata un imperativo, ci sembra assolutamente arrivato al momento giusto”.
Qual è il messaggio che Green Factory vuole lanciare, a Firenze e non solo?
“Il Green Factory è un contenitore di buone pratiche e nuove idee legate alla tematica dell’eco-sostenibilità, per mostrare in maniera concreta e non retorica come oggi la sostenibilità non sia più un optional, ma un imperativo che ci impone di applicare eco-princìpi dove e quanto più possibile. La novità del festival è proprio questa: non un evento per addetti ai lavori ma aperto a tutti dove con attività gratuite e semplici si possa agire per la salvaguardia del pianeta”.
Cosa c’è in programma per questo mese?
“Per il mese di giugno si confermeranno le attività di alcuni partner sostenitori del progetto come CoDesign, con i workshop di design partecipato, i talk di Slowfood, i laboratori di grafica e illustrazione di Why Festival e quelli per bambini a cura di Francesca Campigli e Circular Farm. Le novità sono rappresentate dalla partecipazione di Cade Contemporanea Arti, che proporranno performance site specific di danza, e di Legambiente, partnership molto importante”.
Cosa vi ha fatto propendere per una location così unica e affascinante?
“Negli ultimi anni abbiamo proposto diversi eventi nel Giardino dell’Orticoltura e la bellezza del Tepidarium ci ha sempre affascinato. Abbiamo raccolto le richieste della cittadinanza che auspicavano una maggiore apertura al pubblico di questa straordinaria struttura che, invece, è spesso chiusa o riservata a eventi privati. Il Tepidarium nasce nell’800 come serra di specie rare ma anche come sede di mostre e eventi: ci sembrava il luogo più rappresentativo per un progetto come il Green Factory”.
La prima edizione è ancora in corso, pensate già di riproporla il prossimo anno?
“Certamente! Vista l’importanza della tematica trattata, credo che potrà essere sempre un evento di grande attualità e, per questo motivo, ci aspettiamo già dall’edizione 2022 un grande riscontro di pubblico”.
Programma completo sul sito web di Green Factory